Il turno al pronto soccorso è finito. Mirko Schipilliti raggiunge l’orchestra. Sale sul podio. Il concerto può cominciare.
Schipilliti alterna con disinvoltura e professionalità il camice al frac. È medico d’emergenza–urgenza all’Ospedale Sant’Antonio a Padova, nonché pianista e direttore d’orchestra dal nutrito curriculum. Medicina e musica corrono da sempre parallele nella sua esistenza.
IL BINOMIO MEDICINA E MUSICA
Due attività antitetiche? Tutt’altro. “Entrambe rendono migliore la vita degli esseri umani”, dice al Giornale della previdenza.
Nato 49 anni fa a Lubiana da madre slovena e padre calabrese, Schipiliiti fa di tempismo, concentrazione, fermezza e (auto)controllo i suoi punti di forza.
“La musica ha bisogno di un interprete per vivere – racconta – ogni concerto è unico, ogni esecuzione, imprevedibile”. E, analogamente, “l’imprevedibilità al pronto soccorso è la routine. Anche per questa ragione ha un così alto impatto emotivo nell’immaginario collettivo. Il pronto soccorso è il luogo dove, sempre all’erta senza sosta, medici e infermieri si spendono con tutte le forze per trattenere la vita. Che all’improvviso può andarsene”.
LA VIRTÙ DI MEDICI E MAESTRI
La dote fondamentale che accomuna chi indossa il camice bianco e un maestro della musica, è la capacità di mantenere la calma.
“Soprattutto – commenta Schipilliti – quando ci si ritrova a gestire più pazienti, anche critici, contemporaneamente”.
Entrambe le attività mettono di fronte a un pubblico esigente e, nel caso della professione, in contesti di emergenza sanitaria si finisce per condividere la tensione dei pazienti .
“Il sovraffollamento, i lunghi tempi di attesa in barella, la mancanza di privacy – spiega – nuocciono alla qualità dell’assistenza. L’esasperazione alimenta sempre più l’ondata di violenze, verbali e fisiche, subite dal personale sanitario. Nell’area di emergenza-urgenza il rischio di aggressioni è particolarmente elevato”.
IL “MATRIMONIO” CON LA MUSICA
Il suo incontro con le sette note è stato precoce.
“Con un padre musicista autodidatta, un nonno violinista e uno zio insegnante al Conservatorio – racconta – già da piccolo mi divertivo a suonare qualunque strumento mi capitasse tra le mani”. Un amore così vasto da spingerlo ad abbracciare l’intera famiglia che compone la struttura di un’orchestra sinfonica. Fino al desiderio di diventarne Direttore, coronato con la sua prima direzione dell’Orchestra giovanile di Treviso.
Specializzato in Medicina interna, Schipilliti vanta anche un diploma in pianoforte, la laurea in direzione d’orchestra, una serie di master e diplomi di alto perfezionamento musicale, nonché la paternità del libro “Zanetto. Mascagni tra verismo e stile liberty”. Un testo, pubblicato nel 2015 per il 70esimo della scomparsa di Pietro Mascagni, che riesuma un’opera dimenticata del compositore livornese e che è stato acquisito dalle biblioteche di tutto il mondo.
Ha pilotato le orchestre italiane tra le più prestigiose, da quella dell’Arena di Verona a quella di Padova e Venezia alla Sinfonica siciliana. Oltreoceano ha guidato, unico italiano, l’Orchestra sinfonica di Heliopolis a San Paolo in Brasile, formata da giovani provenienti dalle favelas.
NOTE TERAPEUTICHE DOPO IL COVID
Passata la stagione inedita della pandemia che ha fermato anche la musica dal vivo, gli Omceo di Padova e di Verona hanno voluto celebrare la Giornata del medico lo scorso settembre con due date di un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto e dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona. Promotore dell’iniziativa il dottor Schipilliti, sul podio e al piano in qualità di solista in una scaletta esclusivamente dedicata a Mozart.
Tra medicina e arte, la musica è anche una cura. In merito, ricorda il maestro Schipilliti, si è pronunciata l’Oms, che nel 2019 ha sottolineato l’influenza delle arti, musica compresa, sulla salute e il benessere psicofisico della collettività.
Paola Stefanucci