“Abbiamo portato avanti con successo il ruolo che ci fu assegnato dal decreto legislativo di privatizzazione, rispettandone le regole e costruendo valore. Quest’esperienza di mutualità intercategoriale, come la definisce la Corte costituzionale, ha dimostrato nei suoi atti di aver prodotto risultati positivi nel mondo delle professioni” così il Presidente AdEPP, Alberto Oliveti, presentando il XII Rapporto Annuale dell’Associazione.
“Al nuovo governo chiediamo di rivalutare i criteri di sostenibilità in coerenza con i tempi che corrono, insieme ad una fiscalità che rispetti la finalità originaria del nostro mandato. Inoltre ci aspettiamo che la dovuta attività di vigilanza e controllo si svolga in coerenza al ruolo che ci fu assegnato con la privatizzazione, nell’ auspicio di una riduzione della incertezza legislativa e giurisprudenziale che oggi caratterizza questa materia “, aggiunge Oliveti.
Lo studio da una parte mette in luce un sistema che negli anni ha gestito il proprio patrimonio facendolo crescere in modo continuo e lineare e dall’altro certifica che l’impegno per i propri iscritti da parte delle Casse aderenti ad AdEPP è sempre più mirato a garantire un welfare pro-lavorativo efficace – 530 milioni di euro – e a investire sia sulle prestazioni previdenziali sia assistenziali.
Se nel 2020, infatti, gli importi erogati per entrambe le prestazioni superavano di poco i 7 miliardi di euro, nel 2021 toccano i 7,7, miliardi registrando un +120% rispetto al 2005.
Altro dato che il rapporto AdEPP sottolinea riguarda il numero dei contribuenti attivi, 1,7 milioni di professionisti, con un aumento sia dei nuovi iscritti sia dei pensionati che continuano a lavorare. Una realtà che ha ricadute positive sul piano previdenziale e che “impegnerà” le Casse a continuare nell’adeguamento, già in atto, delle proprie politiche di welfare.
Azioni che dovranno continuare a rivolgersi ancora alle donne e ai giovani. Anche nel 2021 permangono, infatti, i tre gap: di genere, generazionale e geografico.
Il 50 per cento delle professioniste ha un reddito inferiore ai 16.500 euro mentre la metà degli uomini ha un reddito inferiore ai 26.000 euro.
Gli under 40 guadagnano meno della metà dei colleghi over 50 e i professionisti del Sud Italia guadagnano il 47 per cento in meno dei colleghi che lavorano al Nord.
Infine il Patrimonio: dal 2013 al 2021 è aumentato di circa il 60 per cento; nel 2020 toccava i 100 miliardi, nel 2021 108 miliardi di euro.
Un aumento che va di pari passo con il carico fiscale “sopportato” dagli Enti di previdenza privati. Nel 2021 sono state versate nelle casse dello Stato 765 milioni di euro.
Da sottolineare il ruolo delle Casse nel sistema Paese: circa il 50 per cento del patrimonio delle Casse resta in Italia (il 34% investito, la restante parte in liquidità, altre attività e polizze assicurative) e il 75 per cento nell’area Euro.