Medico da 65 anni e docente di Odontostomatologia, Carlo Guastamacchia ha ricevuto l’alloro honoris causa in Odontoiatria
Lo scorso ottobre ha ricevuto la laurea ad honorem in Odontoiatria all’Università San Raffaele di Milano, coronando un sogno lungo 90 anni.
Carlo Guastamacchia, “Tamà” come lo chiamano gli amici, medico lo è in realtà da 65 anni. Esattamente dal 1957, quando venne proclamato tale dall’università di Milano. Ma dopo essersi avviato alla professione, si è anche specializzato
in Odontostomatologia, disciplina allora considerata quasi una cenerentola.
Lui, invece, la scelse più che convinto, pensando che per farla bene occorrono tre qualifiche: esser medico, psicologo e anche imprenditore. Senza dimenticare tuttavia la quarta, quella di essere anche un buon artigiano, concetto storicamente espresso dall’americano Bob Barcley, suo mentore professionale, che Tamà ha fatto proprio: “Il dentista non è che un falegname che aggiusta la mobilia mentre la casa sta bruciando”. Perché allora quella laurea honoris causa in Odontoiatria
conferita a lui, medico nonché odontostomatologo, autore di volumi in materia, da una quindicina d’anni anche docente universitario?
Per via dell’’Europa, che a partire dagli Anni ‘80, stabilì che per esercitare l’attività di dentista nei Paesi aderenti ci vuole una laurea specifica in Odontoiatria.
CORONATO D’ALLORO
Nel consegnargli il diploma della nuova laurea dinanzi a una platea entusiasta, il Rettore del San Raffaele lo ha abbracciato e non solo accademicamente, visto che 40 anni fa era stato anche suo allievo.
Da Bob Barcley, Harold Kilpatric e da Ippocrate, in tutti questi decenni Guastamacchia ha assorbito altri principi, facendone dei capisaldi della propria teoria e prassi professionale. Tra quelli ricorrenti c’è il mantra “comunicare per motivare”
o il ruolo centrale attribuito alla stessa Comunicazione, ritenuta la prima forma di terapia.
Dall’America (e in Francia), invece, Guastamacchia ha tratto ispirazione a ritmi di vita che hanno dell’incredibile.
Anche a lui è nota, come lo è comunemente, l’antica massima mens sana in corpore sano. Solo che lui l’ha applicata concretamente, pervicacemente: un giorno sì e un giorno no, fino a dieci anni fa, sveglia alle 5, un’ora di corsa nella sua Milano deserta, una doccia e via in studio, mentre dal 2010 in poi, per motivi familiari, deve accontentarsi di fare ginnastica in casa.
I suoi ritmi di lavoro, tuttavia, hanno anch’essi ancora dell’incredibile: “Sei ore al giorno per cinque giorni alla settimana: come quando avevo trent’anni” ha puntualizzato durante la cerimonia di laurea, suscitando una standing ovation della platea.
Si comprende allora da dove proviene a Guastamacchia l’appellativo Tamà con cui è comunemente conosciuto: “Time And Motion Activities”.
Massimo Boccaletti