Con l’attuale impennata dei contagi sullo sfondo, i medici di famiglia siciliani attendono gli esiti dell’esposto alla Procura di Palermo sulle pretese subite dai No Vax che cercavano di sfuggire all’iniezione anti-Covid. Una situazione che ha tenuto i camici bianchi in ostaggio per mesi, stretti nella tenaglia tra richieste di esami inappropriati e minacce in caso di rifiuto.
Si respira tutta l’atmosfera asfissiante di un pressing sistematico e un clima di sfiducia nei confronti dei medici nell’esposto-querela che il presidente del’Ordine dei medici di Palermo ha presentato alla locale Procura della Repubblica. Cinque pagine dense del malessere dei medici di medicina generale, travolti da richieste di esami non necessari per posticipare il vaccino, minacciati di denunce in caso di rifiuto o chiamati a rispondere di eventuali controindicazioni relative a eventuali somministrazioni di vaccino.
Un clima insostenibile, che ha portato il presidente Salvatore Amato a chiedere alla magistratura palermitana accertamenti per ipotesi di reato, per ora a carico di ignoti, che dalla violenza privata si spingono fino all’associazione a delinquere finalizzata a ottenere l’esenzione dal vaccino per motivi di salute.
MINACCE PER FARE “CATENACCIO”
All’entrata in vigore dell’obbligo del green pass rafforzato per gli over 50, la strategia degli irriducibili del “no” sarebbe stata quella di fare catenaccio il più possibile. Allungare i tempi con richieste pressanti di esami clinici, alla ricerca di patologie che esentano dal vaccino e arrivare fino a quando l’obbligo del certificato verde per lavorare verrà meno.
Un forcing di “richieste pretestuose e verosimilmente minacciose intimidazioni” – si legge nell’esposto – che logora il principio di fiducia e libertà sul quale poggia il rapporto medico-paziente. Secondo la segnalazione dei medici, il personale sanitario è stato spinto a un bivio: rispettare la deontologia o rassegnarsi e cedere al fare estorsivo di alcuni assistiti. In quest’ultimo caso, il prezzo da pagare sarebbe quello della libertà di poter rifiutare richieste di prestazioni “in contrasto con la propria scienza e coscienza – prosegue l’esposto – oltre che con i consolidati convincimenti tecnico–scientifici”.
LA “REGIA” OCCULTA
“Sono quasi un centinaio le segnalazioni che abbiamo ricevuto in tutta la provincia di Palermo”, spiega il presidente dell’Ordine dei medici siciliano, Salvatore Amato, al Giornale della previdenza.
Segnalazioni che ripercorrono lo stesso modus operandi, con richieste “fotocopia”, del tutto simili nella forma e nella struttura, che fanno sorgere il sospetto che provengano da una fonte comune. Proprio quella di una “regia” unica e ancora occulta è l’ipotesi che l’Ordine dei medici ha consegnato alla magistratura. “Un’associazione a delinquere – recita l’esposto – finalizzata a inibire e sostanzialmente tentare di paralizzare l’attività medica”.
“Il rischio serio – continua il presidente Amato – è la messa in discussione della professione medica. Ma per fortuna i medici che credono nel rapporto etico e nel rispetto canoni deontologici hanno mantenuto la barra dritta. Sono sanitari che hanno rifiutato le richieste dei pazienti, anche a fronte della minaccia di cambiare medico di medicina generale. Se la Procura dovesse aprire un’indagine, sono pronti a collaborare e segnalare i nomi dei pazienti che hanno avanzato loro queste richieste inappropriate e minacciose”.
Af