Cosa differenzia il fascicolo sanitario elettronico dal dossier sanitario e perché la sua applicazione deve essere accompagnata, specie per la fascia anziana della popolazione, da un’educazione digitale. Lo spiega l’ultimo video caricato su Tech2doc, a cura dello studio legale tributario Dentons.
UN FSE “INCLUSIVO”
Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) è lo strumento con cui il cittadino può tenere traccia della propria storia sanitaria, in condivisione con medici e specialisti a cui sceglie di affidarsi. All’interno, infatti, confluiscono dati e documenti digitali sanitari e sociosanitari generati da eventi clinici sia dal servizio sanitario nazionale che da strutture private.
Questa ingente e preziosa mole di dati sanitari attinenti lo stato di salute fisica e mentale dei pazienti impone una tutela particolare per quanto riguarda la gestione o l’accesso. Quest’ultimo, ad esempio, non è consentito a chiunque alle medesime condizioni: gli esercenti la professione sanitaria possono accedere solo con il consenso del paziente, mentre il personale amministrativo può farne a meno per l’esercizio di funzioni amministrative.
Anche il ministero della Salute e gli organi di governo possono avere l’accesso senza consenso del soggetto in alcuni casi, ma senza visionare i dati identificativi dell’assistito.
Altra cosa rispetto al Fse è il Dossier sanitario, che contiene i dati sanitari relativi a eventi clinici dell’interessato all’interno di una singola struttura sanitaria: i dati sono condivisi tra i professionisti per esigenze di diagnosi e cura del paziente – che comunque conserva il diritto di sapere chi ha chiesto l’accesso e anche di ottenere l’oscuramento di alcuni dati.
L’argomento Fse è approfondito nel video “Il Fascicolo sanitario elettronico” a cura dello studio legale tributario Dentons, caricato sul portale Tech2Doc.
Se da un lato è certamente strumento utile e dalle grandi potenzialità, dall’altro il Fascicolo sanitario elettronico – e soprattutto la sua applicazione – non è esente da criticità. Una di queste riguarda l’accesso per la parte di popolazione più anziana.
Succede, infatti, spesso che la mancanza di un’educazione digitale si trasformi in una barriera insormontabile per i pazienti over 65, che faticano a prenotare prestazioni attraverso piattaforme online o a consultare strumenti come il Fascicolo sanitario elettronico. Diventa allora indispensabile avviare una transizione digitale davvero inclusiva.
Un tema di cui si occupa questo articolo.
Lo scorso 11 luglio sono state pubblicate nella Gazzetta ufficiale le linee guida di attuazione del nuovo Fascicolo sanitario elettronico per il potenziamento dell’attuale Fse, finora uno strumento regionale di archivio di documenti fin qui poco utilizzato (in questo link alcune critiche sulla limitata consultabilità extraregionale).
L’obiettivo è renderlo un “ecosistema di dati e servizi” unico a livello nazionale rivolto ai cittadini e agli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche e private.
Claudia Torrisi