Il cancro al seno è il tumore maggiormente diagnosticato tra le donne. La fase più difficile è quella che segue l’intervento chirurgico, con la scelta del trattamento più adeguato alle proprie condizioni: è in questo momento che la paziente si sente spesso poco pronta e preparata a quello che dovrà affrontare.
Negli anni informazioni utili sulle terapie per il cancro al seno sono state condivise sotto forma di materiali video accessibili alle pazienti. Un’ulteriore modalità è oggi costituita dalla Realtà Virtuale, per sua natura coinvolgente e immersiva: uno studio recente ne ha evidenziato l’effetto positivo su pazienti malate di tumore al seno, che riuscivano ad avere una conoscenza più approfondita del trattamento di radioterapia per ridurre il rischio di recidive. La VR, inoltre, ridurrebbe l’ansia, aumenterebbe consapevolezza e serenità.
La tecnologia gioca un ruolo fondamentale anche nel coadiuvare l’aderenza delle pazienti alle terapie, agendo sulla comunicazione e trasmissione di informazioni, risoluzione dei dubbi. App, portali e piattaforme specializzate possono supportare una comunicazione interattiva tra pazienti e infermieri specializzati, con la possibilità di agire tempestivamente su qualsiasi problema durante il ciclo di trattamento.
Uno strumento di comunicazione è il chatbot Edi, lanciato dal movimento Europa Donna Italia, che tutela i diritti alla prevenzione e alla cura del tumore al seno. Edi è un’assistente digitale sviluppata per rispondere, a qualunque ora del giorno, alle domande di pazienti e familiari su diagnosi, terapie, effetti collaterali, centri specializzati o associazioni di sostegno più vicine. Maggior informazioni su tumore al seno e salute digitale sono disponibili in questo articolo.
La questione della comunicazione tra medico e paziente diventa sempre più centrale con lo sviluppo della tecnologia. Nonostante rispetto agli altri paesi europei l’Italia non brilli per sviluppo digitale – e si trovi agli ultimi posti per vari indicatori, tra cui anche la conoscenza degli strumenti – la maggioranza della popolazione possiede uno smartphone. Gli specialisti hanno dunque continuamente a che fare con strumenti di contatto diretto con le persone che gli si rivolgono.
Le strategie di comunicazione digitale con il grande pubblico dei pazienti devono necessariamente tenere conto di più fattori. Il primo e fondamentale è l’ascolto del paziente. Il medico può servirsi di piattaforme commerciali che possono combinare dati che vengono sia dai social network – dove i pazienti, spesso, lanciano le loro domande – che dall’interrogazione dei motori di ricerca. In questo modo può mettersi nei panni del paziente e capire quali sono le sue reali esigenze.
Un altro aspetto da considerare quando si parla di comunicazione digitale del medico è rappresentato dalle comunità di pazienti attivi. Si tratta di comunità che mettono insieme le competenze dello specialista e i pazienti per attività legate alle cure. Possono aiutare il medico e contribuire al lavoro che questo fa normalmente. Il principio da cui partono le comunità di pazienti attivi è che questi ultimi costituiscano una risorsa che i medici possono e devono utilizzare, in grado di dare un solido contributo facilitato dall’uso delle piattaforme digitali. Queste ultime possono consentire agli specialisti di immaginare nuove modalità per migliore le relazioni con i pazienti.
Di comunicazione digitale tra medico e paziente ha parlato il dottor Alberto Eugenio Tozzi in questa pillola video pubblicata sul sito di Tech2Doc.
Claudia Torrisi