Il ministero della Salute promuove l’iscrizione alle scuole di specializzazione, ma è scontro con gli specializzandi sulla campagna di comunicazione. La divergenza di vedute è sorta attorno allo spot video che il dicastero ha prodotto nell’ambito del progetto #noisalviamovite, sviluppato in collaborazione con l’associazione Items (Italian emergency medicine schools) e con la partecipazione del policlinico universitario Gemelli.
INCENTIVO ALLE ISCRIZIONI
Il filmato della campagna di comunicazione è rivolto agli oltre 14.000 studenti e studentesse che hanno partecipato alle prove di selezione e tra settembre e novembre decideranno a quale scuola di specializzazione iscriversi. Il video, nel quale rendono la propria testimonianza laureandi in medicina, specializzandi e medici già formati, è stato prodotto con l’obiettivo di aumentare le adesioni alla specializzazione in medicina di Emergenza-urgenza e di altre specialità come Anatomia patologica e Radioterapia, caratterizzate da un alto tasso di abbandono. La campagna di comunicazione vuole mettere in evidenza “l’importanza cruciale e il forte valore etico e morale di questa disciplina per ispirare futuri medici a intraprendere, sempre più numerosi, questo percorso professionale”, si legge in una nota del ministero.
LA CONTESTAZIONE
La contestazione arriva dalle associazioni degli specializzandi Anaao Giovani, Als e Gmi, che bollano come poco incisiva o addirittura al limite dell’inutilità la campagna-appello del ministero. Le associazioni denunciano una situazione degli specializzandi descritta come scarsamente dignitosa sul piano della formazione, della retribuzione e delle condizioni lavorative.
Agli aspiranti specializzandi, secondo le associazioni della categoria, non servono quindi video-appelli, ma risposte concrete per migliorare la loro condizione lavorativa. Il modo per incentivare le iscrizioni a determinate scuole è invece l’avvio di un profondo processo di riforma del percorso di formazione specialistica con un inquadramento del medico specializzando al pari dei suoi colleghi europei.
“Siamo al fianco dei ministri della Salute e del Mur, Schillaci e Bernini, – commentano le tre associazioni – per far finalmente avviare il processo legislativo di riforma da loro auspicato in diversi comunicati stampa, ma occorre fare presto”.