La crisi che in questi mesi ha colpito i mercati finanziari internazionali, complice soprattutto l’aggressione militare della Russia ai danni dell’Ucraina, ha fatto sorgere in tanti risparmiatori la preoccupazione circa la tenuta dei propri investimenti. Abbiamo deciso allora di chiedere a Carlo Maria Teruzzi, presidente di FondoSanità, fondo complementare degli operatori sanitari, se e quanto i camici bianchi debbano preoccuparsi di questa situazione.
Presidente, il comparto Espansione di FondoSanità ad agosto di quest’anno, ultimo dato disponibile, era calato di oltre il 10 per cento rispetto a dicembre del 2021. Dobbiamo avere paura?
Intanto lo scorso anno i mercati avevano fatto una galoppata toccando un record alla fine dell’anno: una tendenza che era improbabile si perpetuasse all’infinito senza interruzioni. Poi è scoppiata la guerra e la tendenza si è invertita, per FondoSanità come per tutto il resto del mondo. Il calo però è una buona notizia per un risparmiatore di lungo periodo.
Perché una buona notizia?
Perché se investi dopo un crollo di mercato vuol dire che stai comprando azioni e obbligazioni a un prezzo molto più basso rispetto a quello che costavano solo pochi mesi prima. Il che vuol dire che quando i mercati risaliranno si potrà beneficiare di tutto l’effetto rimbalzo.
Però se avessi lasciato i soldi sul conto corrente non avrebbero perso valore…
Sbagliato, perché avrebbero perso a causa dell’inflazione e rispetto a qualunque altro termine di paragone. Prendiamo per esempio il tasso di rivalutazione del tfr dei dipendenti, che ha un rendimento minimo garantito e una quota che aumenta in base all’inflazione. Negli ultimi 10 anni ha reso il 2,3 per cento medio annuo. Negli ultimi 10 anni invece il comparto Espansione di FondoSanità ha guadagnato oltre il 59 per cento, come se fosse il 5,9 per cento all’anno. Nonostante il Covid e nonostante la guerra in Ucraina. E il dato tiene conto anche del mese di agosto 2022, quando già i prezzi dell’energia erano aumentati e l’inflazione esplosa. Il che significa che un libero professionista che ha accantonato volontariamente dei risparmi in FondoSanità ha guadagnato più del doppio rispetto a quanto si è rivalutato il Tfr di un dipendente lasciato nelle mani del proprio datore di lavoro.
D’altro canto, un iscritto del comparto Espansione che oggi, per necessità o perché giunto in pensione, volesse ritirare il proprio risparmio subirebbe tutti gli effetti del calo dei rendimenti. Cosa si potrebbe consigliare in questi casi?
Innanzitutto, quando un iscritto sceglie i comparti ai quali destinare il proprio risparmio, noi gli consigliamo sempre di tenere in grande considerazione, tra le altre cose, l’orizzonte temporale che lo separa dal pensionamento. In questo senso, sarebbe più prudente, negli ultimi anni, spostare la propria contribuzione verso comparti più prudenti. Non a caso, noi di FondoSanità, per chi ha raggiunto i 65 anni di età, procediamo in automatico a spostare il capitale e i versamenti verso il comparto Scudo, salvo che l’iscritto non dichiari esplicitamente di voler rimanere ad esempio nel comparto Espansione. In aggiunta, poi, ricordo che l’iscritto che va in pensione e non avesse urgenza di rientrare del proprio capitale, può continuare a versare, potendo così non solo coprire nel tempo eventuali cali che si possono verificare in alcuni periodi, ma mantenendo anche gli stessi benefici fiscali, legati a una significativa deducibilità.
Cosa si sente di dire allora ai tanti camici bianchi che hanno affidato e continuano ad affidare a voi i propri risparmi?
La considerazione che il singolo risparmiatore deve fare nel momento in cui aderisce a qualsiasi fondo pensione, non solo al nostro, è quella di tener sempre presente che si tratta di un tipo di investimento non a carattere speculativo, cioè di quelli con cui si compra e si vende in base alle convulsioni quotidiane della borsa. Il periodo di riferimento è il lungo termine. È questo che protegge meglio il proprio risparmio, mettendolo al riparo dalla volatilità, cioè da quel su e giù dei valori che può avvenire nel breve periodo.
Ma la sua è una semplice rassicurazione o ci sono dati di fatto che confermano questa sua considerazione?
Basti pensare che il comparto Espansione di FondoSanità si è dimostrato tra i più performanti nell’intero panorama dei fondi italiani, come certificato dagli ottimi piazzamenti ottenuti nelle classifiche di categoria del Sole24Ore. E si sono ben difesi anche il comparto Progressione (bilanciato) e il comparto Scudo (obbligazionario). Uno scenario che si fonda sempre sull’investimento di lungo periodo, e che mi spinge ad affermare che l’adesione a FondoSanità si confà all’aforisma di Warren Buffet, noto imprenditore finanziario, secondo cui: “Se oggi qualcuno siede all’ombra è perché qualcuno ha piantato un albero tanto tempo fa”.
Giuseppe Cordasco