È finalmente all’orizzonte l’anticipo fino a 45mila euro del trattamento di fine rapporto (e di fine servizio) per i camici bianchi dipendenti pubblici. Tra pochi giorni sarà in rete il portale sul sito del Dipartimento della funzione pubblica attraverso il quale sarà possibile fare la richiesta.
Ad assicurarlo è stata la ministra Fabiana Dadone che, parlando del supporto informatico per dare il via effettivo alle operazioni, ha spiegato che sarà possibile trovarci tutte le informazioni sulla procedura per richiedere il finanziamento e l’elenco degli istituti di credito che aderiscono all’accordo per erogarlo.
Sul piano tecnico, la procedura giuridica è da considerarsi formalmente conclusa.
La Corte dei Conti ha infatti registrato il decreto ministeriale che assorbe e ratifica l’accordo quadro con l’Abi (Associazione delle banche italiane) e il testo, già operativo, sarà pubblicato a breve in Gazzetta ufficiale a scopo meramente conoscitivo.
ANTICIPO IN CINQUE MOSSE
Nel dettaglio, ecco il percorso in cinque fasi per il pagamento anticipato della buonuscita.
Un iter che si stima possa durare almeno quattro mesi e mezzo, più i tempi necessari per i compiti di competenza degli istituti di credito.
- In primo luogo, è necessario fare richiesta all’ente erogatore del Tfr/Tfs (generalmente si tratta dell’Inps) della certificazione che attesta il diritto all’anticipazione. L’ente dovrà replicare entro 90 giorni con la certificazione, con tanto di indicazione dell’ammontare complessivo, oppure con il rigetto della domanda.
- L’interessato dovrà poi rivolgersi ad uno degli istituti di credito aderenti all’iniziativa (saranno elencati nella convenzione Abi-ministero del Lavoro) presentando la richiesta di anticipo. A questa vanno allegati: certificazione del diritto all’anticipo, proposta di contratto di anticipo predisposta dalla banca, numero di conto corrente intestato o cointestato per l’accreditamento dell’importo finanziato, dichiarazione sullo stato di famiglia e – nel caso di separazione o divorzio – l’indicazione dell’eventuale importo dell’assegno previsto per l’ex coniuge.
- Il carteggio prosegue, con la banca che comunica all’ente erogatore la presentazione della domanda e l’accettazione della proposta di anticipo.
- È ancora il turno dell’ente erogatore, che entro 30 giorni, e dopo le dovute verifiche, comunica all’istituto di credito la presa d’atto della conclusione del contratto.
- Infine, la banca si rivolge a sua volta all’ente di erogazione chiedendo la conferma della sussistenza dei presupposti per l’anticipazione. In caso di esito positivo di quest’ultima fase la liquidazione dell’anticipo dovrebbe avvenire entro i successivi 15 giorni.
ODISSEA BUONUSCITA
Un dipendente pubblico che va in pensione deve aspettare alcuni anni prima di poter incassare integralmente la propria liquidazione, il cosiddetto Tfs o Tfr.
Si parla di almeno un anno di attesa nel caso di cessazione dal servizio, due anni per le dimissioni o il licenziamento, ma solo per i primi 50 mila euro di liquidazione.
Occorre un altro anno per la parte eccedente e fino a 100mila euro e ancora un anno in più per quella che eventualmente supera tale soglia.
I TEMPI LUNGHI DI QUOTA 100
L’attesa è ancora più lunga per coloro che abbiano lasciato o lascino il lavoro utilizzando la strada di Quota 100. Per loro il momento del diritto al Tfs/Tfr arriva con i 67 anni, ossia l’età in cui avrebbero conseguito la pensione di vecchiaia con le regole precedenti della Legge Fornero.
Vale a dire che chi esce dal lavoro a 62 anni, l’età minima di Quota 100, nei casi limite, deve attendere almeno fino a cinque anni per vedersi accreditare la liquidazione.
Per riparare a questa penalizzazione, il Governo si era inventato una disposizione, peraltro molto tribolata, prevedendo un’anticipazione tramite un prestito erogato da un istituto di credito con un tasso di interesse agevolato, anche se solamente per una quota del trattamento.
L’importo massimo inizialmente fissato a 30 mila euro è stato successivamente incrementato a 45 mila, ma la procedura per ottenerlo è complicata e poco immediata.
L’interessato, per utilizzare questa opzione, deve richiedere all’Inps la certificazione del diritto alla liquidazione stessa, con l’importo decurtato da eventuali anticipi già percepiti.
Inoltre, chi accede alla pensione con Quota 100 deve poi procurarsi una certificazione specifica legata alla data in cui sarebbe scattato il diritto alla pensione con le regole ordinarie.
Claudio Testuzza