LE MASCHERE DELLA SALUTE. DAL RINASCIMENTO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS di Vittorio A. Sironi
Protettive o terapeutiche, le “maschere della salute” hanno una lunga e sorprendente storia: dal Rinascimento fino all’emergenza Covid-19, ancora viva nella memoria di tutti.
Una storia scandita dai crescenti successi contro le infezioni in sala operatoria, nei reparti di degenza degli ospedali e dall’ingresso nella vita quotidiana di pratiche per contrastare o contenere gli eventi pandemici.
Ce la racconta in questo libro il neurochirurgo Vittorio Alessandro Sironi, docente di Storia della medicina e della sanità e Antropologia medica dell’Università di Milano Bicocca.
Le prime vere maschere facciali con scopi medici comparvero a Venezia e a Roma durante le epidemie di peste del 1575 e del 1630.
Avevano la grottesca forma a becco d’uccello ed erano completate da una tunica di lino cerata lunga fino a piedi, stivaloni, guanti, da un cappello nero a tesa larga, un bastone per sollevare le vesti dell’appestato e ispezionarlo a distanza.
Oggi l’uniforme del medico della peste rivive nelle celebrazioni carnascialesche.
Bisogna attendere il 1897 per la nascita della mascherina chirurgica, la cui paternità è attribuita al medico francese Paul Berger.
Ben presto nelle corsie e nelle sale operatorie appaiono camici bianchi, guanti in lattice, berrettini, soprascarpe: dispositivi imprescindibili di protezione sanitaria, migliorati di continuo dalla tecnologia.
Oltre alle “maschere della salute”, l’Autore passa in rassegna le maschere militari, professionali, sportive che ci difendono da gas, polveri, smog, inquinamento e traumi.
E, persino, quelle apotropaiche presenti in alcune culture per esorcizzare la malattia e custodire la salute.
Carocci Editore, Roma, 2021, pp. 118, euro 15,00