di Andrea Vitali
Una storia divertente e amara che infine, come una fiaba, apre il cuore alla speranza.
Dall’incipit all’epilogo, la saga della famiglia Piedivico scorre fluida e incalzante catturando l’attenzione solidale e affettuosa del lettore. Le vicende narrate si dipanano nella Bassa bresciana tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento (un tempo passato, ma ancora così vicino nella memoria e nell’immaginario).
Figlio di notaio, nonostante i pacati inviti paterni a proseguire l’attività del genitore, Oreste Piedivico, classe 1901, coltiva un’innata passione per gli animali.
Compie gli studi universitari alla Scuola veterinaria di Parma, allievo prediletto di Virginio Bossi. Diventa veterinario, esercita nella condotta di Manerbio. Sempre disponibile, sempre pronto a sfrecciare sulla sua Benelli per visitare un mulo e far nascere un vitello, o magari un bambino.
È anche un buon partito e quando decide che non vuol più essere ‘signorino’, trova subito moglie: la Lidovina Anzibene, figlia unica di un allevatore. Diventa papà di Felicino. Poi, di punto in bianco, Oreste viene travolto dagli ingranaggi di un imprevedibile destino…
Torino, 2024, pp. 184, euro 17,00