Ha ottenuto adesioni significative lo sciopero di mercoledì indetto da medici ospedalieri, dirigenti sanitari e infermieri, per sollecitare maggiori attenzioni verso il Sistema sanitario nazionale, sempre più in crisi. Secondo Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, che hanno promosso lo sciopero, le adesioni sono state infatti in media molto elevate.
I SINDACATI: ADESIONI FINO ALL’85%
“Sulla base delle nostre informazioni, possiamo affermare che le percentuali di adesione allo sciopero di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari sono state molto alte, fino a punte dell’85 per cento compresi gli esoneri previsti per legge” hanno dichiarato Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing Up.
“Un segnale importante – hanno proseguito i tre leader sindacali – che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali di tutta Italia e sulla condivisione delle ragioni della protesta da parte dei colleghi”.
In occasione dello sciopero, le tre sigle sindacali hanno anche inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “I cittadini – si legge nel testo – sono arrabbiati perché la nostra sanità non assicura pienamente il diritto alle cure, e i sanitari lo sono ancor di più perché sottopagati, denunciati e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione”.
La lettera si conclude con l’auspicio che “tutto l’arco parlamentare lavori unitariamente, mettendo da parte rivendicazioni ed egoismi e ponendo al centro dell’azione politica i bisogni dei pazienti e le necessità dei professionisti della salute”.
SCHILLACI RIDIMENSIONA
A smorzare l’entusiasmo delle sigle sindacali ci ha pensato, però, il ministro della Sanità Orazio Schillaci, il quale in una nota ha dichiarato che “i numeri pubblicati sul sito del Dipartimento della funzione pubblica indicano un’adesione esigua, poco al di sopra dell’1 per cento, allo sciopero proclamato da alcuni sindacati. Percentuale lontana da quella dichiarata dalle organizzazioni e che peraltro è in linea con quella dello sciopero indetto lo scorso anno, dalle stesse sigle, che si è fermato a un’adesione del 3 per cento”.
Nonostante il tentativo di ridimensionare gli esiti dello sciopero, la strada delle agitazioni sembra essere stata tracciata e per il futuro non è escluso che altri professionisti sanitari possano adottare scelte analoghe. A confermarlo sono le dichiarazioni rilasciate da Silvestro Scotti. Il segretario generale della Fimmg, il maggiore sindacato dei medici di medicina generale, prima ha infatti espresso solidarietà alle altre sigle sindacali.
“Viene lanciato un primo, forte, messaggio sul malessere che ormai da troppo tempo attanaglia chi lavora al servizio della salute dei cittadini – ha detto Scotti – . Un’astensione che è anche e soprattutto una richiesta d’attenzione affinché gli investimenti in sanità siano commisurati alle reali esigenze del Paese”.
Poi ha lanciato un messaggio chiaro: “Dal mese di ottobre, la Fimmg ha avviato una serie di confronti serrati volti a comprendere in profondità i bisogni insoddisfatti dei pazienti, una situazione che, nei prossimi mesi, se continuerà a muoversi su questo binario non potrà che sfociare in importanti azioni di protesta” ha concluso Scotti.
Giuseppe Cordasco