I sistemi di intelligenza artificiale (IA) in sanità hanno avuto un grande sviluppo negli ultimi anni. Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo, in audizione presso la Commissione XI – Lavoro della Camera, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, aveva affermato, già nel 2023, che: “L’Intelligenza artificiale, in medicina, rappresenta l’innovazione dirompente per eccellenza”.
DIAGNOSI PER IMMAGINI IN PRIMIS
Inizialmente l’utilizzazione principale si era indirizzata verso l’interpretazione delle immagini radiologiche, dove la possibilità di operare confronti, con banche dati con una grande quantità di esami, consente di ottenere indicazioni estremamente precise confrontando i singoli casi con questa enorme mole di dati. Ma anche immagini dermatologiche, elettrocardiografiche, retiniche, ed oncologiche dove la precisione diagnostica negli anni è diventata paragonabile a quella dello specialista medico.
Nel tempo l’uso dell’IA si è allargato praticamente a tutti i campi della medicina. Stiamo, di fatto, modificando molti parametri della medicina tradizionale sperando di non perdere mai di vista la cosa più importante dell’ approccio medico rappresentato dal paziente e da i suoi bisogni. Una delle preoccupazioni maggiori è infatti rappresentata dall’interferenza nella relazioni con il paziente. Con le evidenti ricadute nel campo della deontologia e dell’etica.
IL PARERE DELL’OMS
L’Oms era già intervenuta sulla questione nel giugno 2021 pubblicando una vera e propria Guida sull’etica e la governance dell’IA per la salute, dove erano stati indicati i principi fondamentali da seguire e che, ancora oggi, l’Oms conferma: proteggere l’autonomia umana, la riservatezza, la privacy, con valido consenso informato; garantire l’inclusività e l’equità; promuovere il benessere e la sicurezza delle persone e l’interesse pubblico; garantire trasparenza, spiegabilità ed intelligibilità; promuovere responsabilità (responsability) e responsabilizzazione (accountability).
Come ci indicano questi principi, l’IA, in teoria, può essere utilizzata senza ledere i principi etici.
I TIMORI ATTORNO ALL’IA
Resta comunque una grande preoccupazione all’uso dell’IA.
In particolare quella basata sul deep learning, (“apprendimento profondo”: campo di ricerca dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale che si basa su diversi livelli di rappresentazione ), cioè la reale possibilità per il medico di conoscere i criteri in base ai quali un sistema di IA fornisce, per esempio rispetto ad un certo sintomo, un elenco delle diagnosi in ordine di maggior probabilità o i suggerimenti terapeutici.
Da questo la necessità di importanti e obbligatori interventi di attività di formazione all’uso dell’IA specifici per i medici. Infatti è assolutamente necessario che il medico possa comprendere i criteri delle singole decisioni da prendere e da trasferire, con il suo consenso, al paziente. Da questo tipo di approccio nasce la condizione di responsabilità del medico che utilizza l’IA, che diviene un vero e proprio dispositivo medico avendone la responsabilità della scelta, con il compito di garantire al paziente l’uso di strumenti affidabili.
Claudio Testuzza