Oggi nella sanità pubblica la maggioranza dei medici è donna. Tuttavia nei ruoli apicali continuano a prevalere gli uomini. Eppure le dottoresse sono fondamentali in ogni specializzazione e per l’innovazione medica. Lo dimostra lo storico delle assegnazioni del Nobel per la medicina che, a partire dal 1947, ha visto tredici donne ricevere il prestigioso riconoscimento.
DA GUARITRICI A DOTTORESSE
È sempre stato così. Fino alla prima metà del secolo scorso la medicina è stata un territorio prettamente maschile, con l’eccezione di sporadiche, straordinarie, incursioni femminili. Che sono rimaste all’ombra della storia, occultate in qualche archivio o citate in qualche libro polveroso. In attesa che solerti studiosi ne riconoscano i meriti. Lontane dalle celebrazioni, né in vita né postume.
Fino al XIX secolo le donne esercitavano come guaritrici o ostetriche, ma erano escluse dalle università per la bizzarra teoria della inferiorità mentale femminile. Sostenuta anche dagli illustri medici del tempo, quali Paul Julius Möbius, Giovanni Mingazzini, Cesare Lombroso. Le aspiranti medico hanno dovuto affrontare enormi ostacoli sociali e culturali per accedere agli studi e al riconoscimento professionale.
La prima università in Europa a spalancare le porte alle donne è quella di Zurigo nel 1867. Ma, conseguito, il diploma per le addottorate l’attività negli ospedali pubblici in pratica rimaneva ancora off-limits.
La ginecologia e la pediatria, ritenute più consone al carattere femminile, sono le specializzazioni che la società medica del tempo ammette per le prime dottoresse.
In Italia, a differenza di altri Paesi, non è mai stata introdotta una legge che impedisse alle donne di frequentare i corsi universitari. A tenerle lontane dall’istruzione bastava la cultura patriarcale.
SEI DOTTORESSE A INIZIO SECOLO
Divieti, limitazioni, pregiudizi e ostilità hanno ostacolato l’emancipazione femminile e il contributo delle donne alla medicina nella storia dell’umanità. Ad anticipare il percorso delle pioniere della femminilizzazione della medicina è stata Agnodice, che nel IV secolo a. C. ad Atene si traveste da uomo per poter esercitare l’arte di Ippocrate.
La prima donna a conseguire la laurea ufficiale in Medicina al mondo è, invece, l’americana Elizabeth Blackwell, a New York nel 1849. Mentre in Europa, il primato spetta ad Elisabetta Garrett Anderson, che ottiene il titolo in Francia nel 1870.
In Italia, sono solo sei le signore laureate ufficialmente in Medicina agli albori del Novecento.
La prima laureata italiana è Ernestina Paper nel 1877, la seconda è Maria Velleda Farné, l’anno successivo, che diventerà l’archiatra della regina Margherita di Savoia cui seguono Anna Kuliscioff, Aldina Francolini, Maria Montessori laureate rispettivamente nel 1886, 1889 e 1898. Adelasia Cocco, cui è stato dedicato un libro che recensiamo qui, si laureò in Medicina nel 1913.
Rita Levi Montalcini laureata con il massimo dei voti nel 1936 è la prima scienziata italiana a ricevere nel 1986 il Nobel per la medicina.
Qui un breve ritratto di sei donne che hanno lasciato il segno nella storia della medicina.
Paola Stefanucci