Ha le idee molto chiare Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao, su quelle che dovranno essere le criticità della sanità italiana da affrontare nei prossimi mesi. Criticità che tra l’altro sono alla base dello sciopero di categoria indetto per il 20 novembre.
“Innanzitutto, è fondamentale la revisione della responsabilità medica, cioè la cosiddetta depenalizzazione dell’atto medico – spiega Di Silverio – . E questo perché noi riteniamo che i lavori della commissione istituita su questa materia dal ministro Nordio, non siano soddisfacenti e completi.
Bisogna fare ancora tanto, perché, nonostante il 97 per cento delle cause a carico dei medici per via penale finisca in un nulla di fatto, si tratta comunque di situazioni che sottopongono il medico a una pressione psicologica costante. Soprattutto se si considera – prosegue Di Silverio – che la figura del medico in Italia e assoggetta a ben quattro diverse forme di giudizio: quella ordinistica, quella della legge ordinaria, quella aziendale, e la peggiore, che è quella mediatica”.
C’è poi da affrontare con urgenza il problema dell’organizzazione del lavoro dei camici bianchi. “Noi abbiamo dei contratti che puntualmente non vengono mai applicati e che sono delle vere e proprie gabbie professionali – attacca Di Silverio – . Noi chiediamo con forza che si passi a un contratto di dirigenza speciale: diciamo chiaramente che mantenendo il ruolo di dirigenti non possiamo essere trattati come tutto il resto della pubblica amministrazione, una situazione questa, che rappresenta un caso unico al mondo”.
Non poteva mancare poi, nell’elenco dei cahiers de doleances, un richiamo alla questione delle basse retribuzioni. “Abbiamo la pressione fiscale più alta d’Europa e se consideriamo gli stipendi in relazione al nostro livello di carovita, siamo addirittura terz’ultimi in Europa – commenta con amarezza Di Silverio – . Occorre quindi intervenire con forza su questo nodo. Noi proponiamo quantomeno una defiscalizzazione di una parte dello stipendio, laddove non fosse possibile immaginare a breve degli aumenti dei compensi”.
Giuseppe Cordasco