Le immagini dei medici sotto assedio, in una stanza del Policlinico Riuniti di Foggia, asserragliati per sfuggire ai parenti di una ragazza appena deceduta, ha sollevato l’indignazione delle organizzazioni di categoria, che hanno richiesto all’unisono interventi per arginare l’ondata di violenza nei confronti dei sanitari.
“Un’escalation che pare inarrestabile”, ha scritto la Fimmg intervenendo con una nota ufficiale. Il sindacato dei medici di medicina generale ha auspicato una profonda riflessione sulle cause sociali e culturali che sottendono a questo fenomeno, perché non si può continuare a lavorare accettando come immodificabile questo stato di cose”.
I medici minacciano di “abbandonare gli ospedali” “in mancanza di risposte” che mettano in sicurezza i professionisti, ha tuonato Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed, attraverso un intervento dei rispettivi leader, Pierino Di Silverio e Guido Quici.
Le due associazioni sindacali degli ospedalieri hanno poi indetto lo stato di agitazione e una manifestazione unitaria prevista a Foggia, per lunedì 16 settembre, alla quale ha aderito anche Smi, che a sua volta ha sottolineato la necessità di “un tavolo di confronto”.
“Le misure annunciate dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, sono deterrenti concreti per cercare di arginare nell’immediato il fenomeno delle aggressioni. Sarà però necessario esercitare i dovuti controlli per verificare azienda per azienda che le disposizioni vengano applicate”, ha commentato il segretario nazionale di Anaao Assomed. “Non è più accettabile – ha aggiunto – che si ripetano i fatti di Foggia”.
Ha auspicato “misure forti” per “contrastare questo clima di pericolo e aggressioni”, il presidente nazionale Snami, Angelo Testa. “Non possiamo più tollerare che chi svolge il proprio dovere sia minacciato, aggredito o, peggio ancora, che la sua vita possa essere messa in pericolo”, ha poi aggiunto il leader del sindacato.
Andi ha parlato, invece, di “aggressione al limite dell’incredibile” e attraverso il proprio presidente nazionale, Carlo Ghirlanda, ha delineato una situazione che “richiede interventi forti e non più procrastinabili, accanto alla promozione di una cultura civica che deve avvenire iniziando dai più giovani”.
Da Fimp è arrivato, invece, un plauso alla proposta di “daspo” per gli aggressori degli operatori sanitari, per sospenderli per tre anni dalle cure mediche gratuite, presentata con un Ddl dal senatore Ignazio Zullo (FdI). “Rappresenta una proposta concreta per ridurre i fenomeni diffusi di aggressione e violenza contro gli operatori sanitari”, è stato il commento di Antonio D’Avino, presidente nazionale della federazione dei pediatri.
A.F.