Scrivo per chiedere un chiarimento sulla normativa che descrive le possibilità di lavoro per gli specializzandi. Leggo sul vostro Giornale della previdenza che è possibile per i medici specializzandi “prestare servizio come vaccinatori” (pag. 8 della guida del Giornale della previdenza 2023 n.5), ma questa possibilità non è contemplata nella norma ufficiale (art.19, comma 11, legge 448/2001). Esiste davvero questa opportunità lavorativa? Se sì, può essere effettuata come prestazione in libera professione o tramite bandi regionali? Inoltre nella guida non è menzionata la possibilità di prestare servizio presso centri trasfusionali o di raccolta di emocomponenti, che la normativa sopra citata riporta come attività possibile a titolo gratuito. Su questo aspetto, ci sono aggiornamenti sulla normativa?
Chiara Beretta
Gentile Dottoressa,
nella Guida per i medici specialisti ambulatoriali ed esterni, appena pubblicata all’interno del Giornale della previdenza, viene indicata la possibilità per gli specializzandi di prestare servizio come vaccinatori, perché per tutto il 2023 è ancora possibile per i medici in formazione essere impiegati nelle attività di vaccinazione contro il Covid-19. Le selezioni, per contratti libero professionali o co.co.co., possono essere fatte dalle Aziende sanitarie o dalle Regioni.
La possibilità per i medici in formazione di collaborare con enti e associazioni “che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta sangue ed emocomponenti” è contemplata dalla conversione in legge del ‘decreto bollette’ (legge 56/2023). Tuttavia, la norma citata, parla in maniera forse non troppo chiara di “collaborazione volontaria e occasionale, con contratto libero-professionale”. Quindi si tratta di un’attività retribuita o a titolo gratuito? Abbiamo sentito direttamente il presidente nazionale dell’Avis, Gianpietro Briola, il quale ha detto che nelle sedi dell’associazione da lui rappresentata hanno già iniziato a collaborare i primi medici specializzandi, retribuiti per tale attività da 30 a 50/55 euro lordi l’ora.
La legge legge 56/2023 ha ammesso tale opportunità professionale fino alla fine del 2025, come norma transitoria e sperimentale, quindi eventualmente da confermare in seguito.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam
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