Dal bisnonno ai nipoti, nella famiglia Arcari la tradizione della professione medica segue una linea che copre quasi un secolo e mezzo. “Mio padre era solito dire ‘arte di tata, mezza imparata’, cioè il mestiere del padre si è già acquisito per metà”, racconta Luciano Arcari, cardiologo romano 63enne, che guardando al passato vede un nonno e un padre medici e militari, e rivolgendo lo sguardo al presente trova due figli che hanno già indossato il camice. “Ma seguire questa tradizione di famiglia non può essere una regola per tutti. Ci vuole predisposizione personale, passione e il piacere di dare continuità una storia professionale”, precisa lo specialista 63enne, che lavora come libero professionista e come specialista ambulatoriale alla Asl Roma 2.
DAL 1876
L’antologia della famiglia Arcari scrive la prima pagina nel 1876, quando Bernardo si laurea in medicina a Napoli. Classe 1851, nasce a Picinisco, attuale provincia di Frosinone, allora regione della Terra di Lavoro, nel Regno delle Due Sicilie. È stato medico militare fino al 1900, poi medico condotto e sindaco di Picinisco. Dei suoi quattordici figli, cinque scelgono la carriera militare, di cui uno segue l’esempio del padre indossando anche il camice.
Per Gaetano Arcari, nato nel 1908 a Picinisco, la professione medica inizia nel 1932, con la laurea a Roma. Sulle spalline del camice mette poi le stellette di tenente e presta servizio come medico militare, anche negli ospedali da campo nella guerra d’Africa, per poi insegnare medicina legale alla Scuola militare di Firenze. Già specializzato in clinica dermosifilopatica, nel 1955 è tra i primi specializzati in cardiologia, malattie cardiovascolari e reumatiche, mentre nella carriera militare arriverà a conseguire il grado di generale medico.
LA TRADIZIONE NEL PRESENTE
La tradizione è portata avanti dal figlio Luciano, classe 1959, che si laurea nell’83, per poi specializzarsi in cardiologia, medicina dello sport e medicina aeronautica. Oltre alla libera professione e alla specialistica ambulatoriale, come detto, il camice bianco attualmente collabora come consulente dell’Arma dei carabinieri, dopo avere collaborato per anni con il centro selezione di Roma della Guardia di finanza. Invece delle mostrine sul camice, Luciano Arcari ha messo un cavallino sul petto, collaborando come cardiologo nell’ambulatorio all’interno degli stabilimenti Ferrari di Maranello. Arcari ha sposato Laura Covello, ginecologa (a sua volta sorella di Rossella Covello, anestesista prematuramente scomparsa nel 2018).
La tradizione di famiglia continua con due figli maschi: Luca 34enne, laureato a Roma nel 2012 e specialista in cardiologia, che lavora all’ospedale Vannini della capitale. E Gabriele, di 29 anni, laureato a Roma nel 2017 e specializzando in Microbiologia e virologia, un corso di malattie infettive, incentrato sulla parte strumentale di laboratorio.
Af