Apprendo con piacere l’estensione del sussidio di genitorialità ai padri medici libero professionisti. Avere un figlio è soprattutto una responsabilità (e una gioia) condivisa ed è un bene che molti settori della società si muovano per promuovere la possibilità di dedicare il proprio tempo, assieme alla compagna che ha partorito, nelle cure del bambino nel delicato periodo del primo anno di vita.
La mia email è per porre la vostra attenzione e accendere la vostra sensibilità a una questione legata alla pluralità delle famiglie, che interessa anche iscritti e iscritte Enpam, e sapere se è possibile superare una questione di genere che in Italia mostra ancora molti elementi di discriminazione. Io sono una neo mamma medico libero professionista, una neo mamma-intenzionale, come ci definiscono giuridicamente, la mia compagna ha partorito una splendida bambina nel novembre scorso, e ha quindi due mamme. In quanto non riconosciuta civilmente dalla legge italiana non ho diritti amministrativi o legali su mia figlia, almeno fino alla sentenza di adozione. Dedico molto del mio tempo alla libera professione perdendo parte della collaborazione delle cure parentali, come tutti i neo-papà, e non nascondo l’amarezza (mia privata) a capire che un genitore come sono io “non esiste”, nel lessico del vostro comunicato. Forse è un fenomeno abbastanza infrequente per percepire la presenza, anche tra i camici bianchi.
La civiltà e la lungimiranza dei colleghi dell’ospedale, dove la piccola ha purtroppo dovuto trascorrere molto tempo, ha portato a produrre il certificato di esenzione per prematurità riportando i nomi dei due genitori: il mio e quello della mia compagna.
Come si pone Enpam rispetto alle donne medico, in stabili relazioni omossessuali, che decidono di avere un figlio pur non essendo direttamente le “dottoresse mamme” con il pancione?
Lettera firmata
Gentile Dottoressa,
come lei stessa scrive, il tema solleva un dibattito molto ampio che si intreccia con questioni di carattere giuridico che sono definite per tutti dal legislatore e dalle sentenze.
A proposito di norme va detto che il regolamento Enpam sulla genitorialità, cosi come la Fondazione l’ha modificato proprio di recente, stabilisce che il sussidio possa essere richiesto dal genitore iscritto “di qualsiasi genere”.
Va ricordato che i sussidi bambino vengono dati in caso di nascita, per le spese del primo anno di vita, ma anche in caso di adozione o di ingresso del minore in famiglia.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam