Avendo saputo e letto di questa interessante iniziativa dell’Enpam sulle case di comunità spoke, mi chiedo se fosse possibile e ci fosse interesse a poter creare una struttura “spoke” anche nell’ambito neurochirurgico e neurologico, che abbraccia la parte diagnostica, neuroriabilitativa ed eventualmente interventistica. Lavoro come neurochirurgo sia in Italia che all’estero.
Santino Ottavio Tomasi
Gentile Dottore,
l’iniziativa sostenuta dall’Enpam mira a incentivare i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta convenzionati con il Servizio sanitario nazionale a mettersi insieme per realizzare una versione più moderna e tecnologizzata degli studi professionali attualmente presenti sul territorio. Il progetto vuole favorire il lavoro in team, sia in senso orizzontale fra medici di assistenza primaria, sia in senso verticale, con la possibilità che queste case spoke abbiano spazi per specialisti e professionisti sanitari, oltre che naturalmente per il personale di studio e gli infermieri.
La base perché nasca una casa di comunità spoke, quindi, è un nucleo di medici di assistenza primaria, ciascuno con un certo numero di cittadini che li avranno scelti come medico di fiducia. Su questa base si potranno sicuramente aggiungere altri tasselli.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam