Il sistema di previdenza e assistenza della Quota B diventa più forte e i contributi dei liberi professionisti frutteranno pensioni più ricche. Le novità, di cui beneficeranno soprattutto i giovani medici e dentisti, riguardano le tutele per i neoiscritti di Quota B e per i pensionati dai 62 ai 68 anni, l’aumento progressivo dell’aliquota di rendimento dei contributi da libera professione e il “tetto” della contribuzione.
INABILITÀ, TUTELE ESTESE
Al capitolo “inabilità temporanea e assoluta all’esercizio della professione”, l’Enpam ha incluso nelle tutele i pensionati “anticipati” di Quota B fino a 68 anni.
La tutela assistenziale in caso di infortunio o malattia che determina l’impossibilità temporanea di lavorare è stata, invece, estesa ai giovani professionisti neoiscritti di Quota B.
I CONTRIBUTI VALGONO DI PIÙ
Una delle misure più vantaggiose per i liberi professionisti è l’incremento delle aliquote di rendimento dei contributi di Quota B.
I contributi versati, infatti, peseranno di più sulla pensione, generando un assegno significativamente più ricco rispetto ai criteri di calcolo precedenti.
Il coefficiente che contribuisce a tradurre i contributi in pensione diventa 1,30 per cento già a partire dai redditi 2023, per salire a 1,35 dal 2026 e a 1,40 nel 2029.
PIÙ CONTRIBUTI, PIÙ PENSIONE
Tra le modifiche adottate, c’è anche l’innalzamento del tetto di reddito oltre il quale l’aliquota per il pagamento della Quota B scende all’1 per cento.
Si tratta di una misura resa necessaria dalla precedente modifica del sistema della Quota A. I contributi di Quota B, infatti, non si pagano sulla parte di reddito già coperta dalla Quota A. In seguito all’aumento della Quota A è quindi aumentata anche l’area di esenzione. Il rischio era che medici e dentisti si trovassero con meno contributi versati e, di conseguenza, una pensione più magra.
L’innalzamento sarà progressivo, di anno in anno, a partire dai redditi prodotti nel 2023, sui quali il tetto il “tetto” è fissato a 130mila euro.
Il “tetto” stabilito per gli iscritti Enpam risulta comunque di molto inferiore rispetto a quelli in vigore per altre categorie.
Ad esempio, i commercialisti iniziano a pagare con aliquota ridotta a partire dai 186.300 euro di reddito.
CONTRIBUTI VALORIZZATI ANCHE PER I PENSIONATI
Le novità riguardano anche medici e dentisti che scelgono la pensione anticipata e continuano a esercitare come liberi professionisti.
Per loro, è previsto il versamento della Quota B con l’aliquota del 19,5 per cento fino al raggiungimento dei 68 anni, e cioè l’età che dà diritto alla pensione di vecchiaia.
A partire dai 68 anni, potranno eventualmente scegliere di versare la metà dell’aliquota intera (9,75 per cento).
C’è da dire che, anche per tale platea, i contributi varranno di più grazie all’immediato e progressivo incremento dell’aliquota di rendimento (dall’1,07 per cento nel 2023, fino all’1,15 del 2029), che si rifletterà positivamente sull’importo della pensione.
PIÙ PENSIONE E MENO TASSE
Versare più contributi non significa soltanto avere una pensione più ricca, ma anche pagare un conto meno salato con il fisco.
I contributi di Quota A e Quota B sono infatti interamente deducibili dal reddito e permettono di ridurre la base imponibile sulla quale vengono calcolate le tasse da pagare.
In buona sostanza, gli importi che si versano in contributi, invece che contribuire ad aumentare le tasse e finire in parte nelle casse del fisco, vanno interamente a costruire la rendita pensionistica dei medici e dei dentisti che li hanno maturati.
Af