L’Enpam ha proposto un nuovo sistema di incentivi per i medici che decidono di andare in pensione dopo i 68 anni. La riforma è ancora al vaglio dei ministeri vigilanti e potrà entrare in vigore dopo il loro eventuale parere favorevole.
L’introduzione di un sistema di incentivi più vantaggioso rispetto a quello attuale è coerente con l’aumento da 70 a 72 del limite d’età per rimanere in servizio che è stato temporaneamente introdotto in alcuni casi per il personale in convenzione con il Ssn, e che il legislatore potrebbe in futuro confermare strutturalmente.
Per i liberi professionisti che versano la Quota B, invece, la modifica in esame potrebbe essere riconosciuta fino a 75 anni. In questo caso infatti si è tenuto conto della tendenza dei professionisti a continuare a esercitare la professione di fatto senza limiti di età.
Rimandare il pensionamento a dopo i 68 anni in cambio di un aumento dell’assegno. Un sistema che può convenire a tutti: i cittadini non rimarrebbero senza medici. I medici avrebbero un incremento importante sulla pensione. L’Enpam spenderebbe di più per riconoscere queste pensioni più alte, ma la maggiore spesa futura sarebbe compensata dalle pensioni non pagate nel frattempo.
GLI INCENTIVI ATTUALI
Il sistema attuale prevede un incremento del 20 per cento dell’aliquota di rendimento dei contributi per chi decide di ritardare il pensionamento.
La maggiorazione scatta dopo il 68esimo anno per tutte le gestioni in cui la pensione viene calcolata con il metodo Civi, il contributivo indiretto a valorizzazione immediata (cioè le gestioni della medicina generale, degli specialisti ambulatoriali e dei liberi professionisti in Quota B). L’incremento viene riconosciuto annualmente, per cui vale anche per chi sceglie di andare in pensione a 69 anni.
Prendiamo per esempio la gestione della medicina generale: l’aliquota di rendimento dei contributi versati è l’1,40%. Con l’incremento ad oggi in vigore, i contributi versati dopo i 68 anni valgono il 20 per cento in più e cioè l’1,68 per cento. Per la gestione della libera professione Quota B, l’aliquota di rendimento per chi versa la contribuzione piena (19,50 per cento) sale da 1,25 a 1,5 per cento.
COME AUMENTERANNO
Secondo il nuovo sistema, le aliquote di rendimento dei contributi verrebbero incrementate di due punti percentuali rispetto al rendimento normalmente previsto per ogni anno di lavoro, fino a 72 anni per i medici che lavorano in convenzione con il Ssn e fino a 75 anni per i liberi professionisti che versano alla Quota B.
Con la maggiorazione, dunque, le aliquote passerebbero per la medicina in convenzione dall’1,40 al 3,40 per cento, mentre per la libera professione con contribuzione piena (19,50 per cento) dall’1,25 al 3,25 per cento.
Tradotto in soldoni, questo significherebbe che se un medico di famiglia che ha sempre avuto ricavi per 100mila euro lavorasse un solo anno in più, avrebbe una pensione più alta di 3.400 euro all’anno (cioè 283 euro al mese).
Così come un libero professionista, che ha avuto sempre un imponibile previdenziale equivalente a 50 mila euro, avrebbe un incremento di 1.625 euro. Un aumento in proporzione più alto rispetto al collega convenzionato, tenendo conto del fatto che i contributi previdenziali dei liberi professionisti sono inferiori.
Va specificato che l’impatto cambia da persona a persona in base alla propria media retributiva (si veda il riquadro per capire il calcolo).
COME SI CALCOLA LA PENSIONE ENPAM
Per cominciare si deve fare la media di tutte le retribuzioni avute nell’arco della vita professionale, rivalutate. Il valore medio va poi moltiplicato per la somma delle aliquote di rendimento in vigore anno per anno (cioè per una percentuale totale). Si ottiene così l’importo della pensione annua finale, che corrisponde quindi a una percentuale della propria base retributiva. Questo meccanismo riguarda le gestioni che hanno il contributivo indiretto a valorizzazione immediata (medicina generale, Quota B, specialisti ambulatoriali dal 2012).
I ministeri hanno chiesto alla Fondazione ulteriori dati sulla sostenibilità della manovra ma non hanno fatto rilievi sul meccanismo di calcolo della maggiorazione. La Fondazione auspica quindi che la riserva sulle modifiche venga sciolta al più presto.
Laura Montorselli