Sono un medico fiscale, dopo 30 anni di Quota B, per 3 anni sino alla pensione (a 68 anni) sarò nella gestione della medicina generale. Sono allarmata. Ho letto che devo fare la totalizzazione e che i contributi sino giugno 2023 servono per anzianità contributiva, ma non per la misura. Che significa che 30 anni e migliaia e migliaia di euro non mi vanno sul mio importo di pensione? E dove vanno? Sarei ridotta alla miseria dopo un’onesta attività lavorativa. Sarebbe logico almeno la restituzione se vero.
Donatella Alberghi
Gentile Dottoressa,
può stare tranquilla: tutti i contributi le varranno per la pensione e lei non dovrà fare nulla, a parte entrare nell’area riservata di Enpam.it e chiedere la pensione su entrambe le gestioni.
Riceverà quindi un assegno pensionistico composto di due voci: una calcolata sui redditi che ha dichiarato come libera professionista e l’altra calcolata sui redditi percepiti come convenzionata. Tenga presente che i suoi ultimi anni varranno di più perché il nuovo inquadramento dei medici fiscali è più favorevole dal punto di vista previdenziale. La gestione della medicina generale prevede infatti maggiori contributi, in parte a carico del datore di lavoro, e di conseguenza un maggior rendimento pensionistico.
La totalizzazione, la ricongiunzione o il cumulo sono invece strumenti utili per chi (ma non sembra essere il suo caso) ha anche dei contributi versati ad altri enti di previdenza – ad esempio come dipendente – e non vuole perderli.
I contributi versati all’Enpam, invece, non si perdono mai.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam