Quando guardi e riguardi uno scatto ma non riesci a capire cosa ritragga sei probabilmente di fronte ad una fotografia astratta. Tra il 1979 ed il 1981 Telemontecarlo ci aveva persino fatto un quiz televisivo, si chiamava “Il buggzzum”, i concorrenti guardavano la foto di un particolare e dovevano indovinare che oggetto fosse.
Dopo quello dedicato al “vostro inverno”, il nuovo concorso fortografico che vi proponiamo è “La fotografia astratta di oggetti comuni”.
A suggerirlo è stato Alessandro Tiraboschi, fotografo professionista docente Canon.
“Ogni volta che mi commissionano immagini di interni o di prodotti vengo attratto dai particolari e alla fine di ogni shooting mi regalo degli scatti in cui reinvento le forme, un modo per dare la mia visione diversa e imprevedibile di quell’ambiente o di quell’oggetto”.
L’invito di Alessandro è quello di creare fotografie astratte da oggetti, lasciando da parte ambienti e paesaggi. “Concentratevi sulle cose che avete vicino a voi, a casa, in studio, che trovate in giro e provate a ridefinire la loro forma, date sfogo alla vostra creatività”.
“Si può giocare con le geometrie, i pattern, le textures e le luci che caratterizzano la vostra immagine ideale. Potete anche utilizzare un’immagine fotografica originale estrapolando ma anche esasperando in post-produzione un dettaglio. Infrangete le regole, date sfogo alla vostra fantasia ed estro. Giocate con la luce, con i colori, con le forme, con la composizione, la cosa importante e che non si riconosca da dove siete partiti. La fotografia astratta consente anche una massima libertà nell’utilizzo dell’attrezzatura, degli obiettivi”, dice Tiraboschi.
“Il mio ‘astratto’ che vi propongo è il particolare della struttura in metallo cromato di un tavolo da cucina con piano in cristallo. La ripresa dall’alto enfatizza la geometria della struttura metallica, la composizione e la luminosità della scena rafforzano l’efficacia dell’immagine.”
Quindi ora tocca a voi, inviateci i vostri scatti (in formato jpg) come sempre specificando nome, cognome, professione, città dove siete iscritti all’Albo, luogo dove avete scattato la foto, tipo di macchina utilizzata, obiettivo e i dati di scatto. Se volete date un titolo allo scatto e segnalate dove trovarvi suoi social network (Facebook o Instagram). Questa volta però indicateci anche quale oggetto avete fotografato così potremo stupirci guadando la vostra opera.
Inviate le foto a questo indirizzo giornale@enpam.it, se troppo pesanti utilizzate Wetransfer o servizi simili.
Le foto che riceveremo verranno pubblicate sul sito Enpam, sui nostri canali social e le più interessanti andranno in stampa sul prossimo numero cartaceo del Giornale della Previdenza.
Norberto Maccagno