Quali rischi comporta la plastica per la salute di essere umani, animali e ambiente? Per informare i pazienti, i medici possono ora contare sui poster messi a disposizione da una campagna di prevenzione lanciata da numerose organizzazioni mediche
I manifesti, scaricabili gratuitamente e disponibili in diversi formati, sono stati pensati per essere stampati ed esposti negli studi medici, nelle scuole, nelle farmacie o in qualsiasi struttura interessata (uffici, palestre, strutture sportive, fabbriche, stabilimenti balneari, rifugi montani, negozi).
L’obiettivo di informare diffusamente sui rischi per la salute degli esseri umani e di promuovere quei comportamenti che aiutano noi e l’ambiente “salvaguardando l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e gli alimenti che la terra ci fornisce”.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Medici per l’Ambiente – Isde Italia e dalla Rete italiana medici sentinella per l’ambiente, in collaborazione con la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), l’Associazione medici endocrinologi (Ame), l’ Associazione culturale pediatri (Acp), la Federazione italiana medici pediatri (Fimp), la Società italiana di pediatria (Sip), Choosing wisely Italy e l’Università degli Studi di scienze gastronomiche.
PFAS E FERTILITÀ MASCHILE
La campagna preventiva e informativa sulla plastica è solo una delle iniziative sui rischi per la salute derivanti dall’inquinamento ambientale portate avanti dalla comunità medica.
Per cercare di capire, in modo definitivo, se i cosiddetti Pfas (acronimo inglese di “perfluorinated alkylated substances”) procurano un danno al sistema riproduttivo maschile, e in quale modo, l’Associazione Medici per l’Ambiente-Isde Italia promuove inoltre uno studio sulla salute riproduttiva maschile per tutti i maschi maggiorenni nati a partire dal 1985 che risiedono o sono nati nella zona ad alto inquinamento da Pfas, definita dalla Regione Veneto.
Allo studio, approvato dal Comitato Etico della provincia di Vicenza, possono partecipare gli uomini maggiorenni nati a partire dal 1985, o che abbiano vissuto per almeno 5 anni (anche non consecutivi), in uno dei comuni dell’“area rossa” nel periodo 1985-2017; o che, anche se non hanno vissuto per 5 anni in un comune dell’“area rossa”, hanno avuto la madre che ha vissuto la gravidanza e il periodo dell’allattamento in un comune dell’“area rossa”.
Per maggiori informazioni o per dare il proprio sostegno allo studio si può visitare la pagina dedicata del sito dell’Isde.