Leggo con enorme rammarico l’ultima notizia relativa alla Quota A. Scrivo in quanto “giovane” Dottoressa, regolarmente contribuente dal primo giorno di iscrizione all’albo della professione, speranzosa di una pensione sempre più lontana. Mi chiedo se sia giusto prendere delle decisioni che riguardano sostanzialmente la fascia di noi giovani medici che vedono la suddetta pensione ormai come una chimera.
Mi spiego, ora io vedrò l’aumento della mia quota A, per sopperire alla mancanza di medici…ma perché devo pagare io le scelte (anzi, le non scelte) di altri?
Nel consiglio che ha approvato tale aumento, in quale proporzione era rappresentata la fascia di noi giovani ormai destinati a pagare per le pensioni che non vedremo mai?
Scusate lo sfogo, ma a noi giovani medici viene sempre più richiesto sacrificio fisico ed economico, senza avere in cambio nulla…neanche la possibilità di essere interpellati per scelte che riguardano noi e i nostri portafogli (ovviamente non corrispondenti a stipendi dignitosi).
Samantha Dicuonzo, Milano
Gentile Dottoressa,
a mano a mano che si disveleranno gli effetti della riforma della Quota A, ci sarà anche modo di poterne apprezzare tutti i vantaggi.
Quest’aumento contributivo interviene sulla sostenibilità del sistema previdenziale proprio a tutela dei giovani. Sono infatti i pensionati del futuro ad avere il maggior interesse a continuare a vedersi garantita una tenuta dei conti, in modo che la pensione non sia una chimera (come dice lei) ma una certezza.
In generale, per quanto riguarda l’assegno di pensione, i maggiori contributi versati daranno diritto a una pensione più alta (il metodo di calcolo per la Quota A è contributivo: più si versa, più si avrà)
E poi c’è da tenere presente che per chi paga anche la Quota B, non ci saranno di fatto cambiamenti. E questo perché aumentando l’importo della Quota A, sarà maggiore la parte di reddito professionale già coperta da contribuzione.
L’incremento dunque per chi contribuisce alle due gestioni del Fondo di previdenza generale verrà compensato perché, per il principio dei vasi comunicanti, aumentando la Quota A diminuirà l’importo di Quota B da pagare.
Per quanto concerne l’essere interpellati va ricordato che l’intero ente previdenziale funziona su base elettiva.
Dell’Assemblea nazionale Enpam, ad esempio, fanno parte i presidenti degli Ordini, i rappresentanti dei presidenti Cao (Commissione albo Odontoiatri) e i componenti eletti direttamente dagli iscritti, che hanno tutti il diritto di voto.
Il suggerimento dunque è di partecipare alle attività e alle iniziative del proprio Ordine provinciale in particolare agli eventi informativi sulla previdenza e sull’Enpam.
Conoscere la propria previdenza di categoria, infatti, mette nelle condizioni di fare scelte consapevoli e lungimiranti e anche di avere gli strumenti necessari per una partecipazione attiva.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam