Bastano 200 euro per dare un colpo di spugna a una miriade di omissioni e irregolarità formali, come il mancato invio di dati al sistema Tessera Sanitaria oppure l’omessa trasmissione di fatture o corrispettivi. La sanatoria dell’Agenzia delle entrate, che scade il 31 ottobre, riguarda irregolarità formali che non comportino una variazione del reddito dichiarato, quindi adempimenti prevalentemente comunicativi e non l’omesso versamento di tributi.
Possono accedere alla sanatoria sia medici e dentisti sia le società, anche in caso di attività cessata, che possono incorrere anche involontariamente in errori formali, spesso commessi in buona fede, tanto nell’ambito dell’attività professionale che in campo extra lavorativo. Possono utilizzare l’istituto per sanare le irregolarità formali anche i medici e gli odontoiatri in pensione.
Uno degli esempi tipo di un beneficiario della sanatoria può essere quello di un medico che non è riuscito ad iscriversi al sistema Ts e ha comunque iniziato l’attività, accumulando negli anni anche 15mila euro di sanzioni per mancate o errate comunicazioni delle spese sanitarie dei pazienti. Oppure quello dello specialista che ha dimenticato l’invio delle fatture elettroniche nei tempi stabiliti.
MANCATI INVII AL SISTEMA TS
Tra le molte violazioni di natura contabile e fiscale riparabili con la sanatoria, quella di maggiore interesse per i professionisti della sanità è il mancato o errato invio dei dati al sistema Tessera sanitaria.
L’invio oltre i termini dei dati di spesa al sistema Ts, utili a predisporre il 730 precompilato del paziente, comporta infatti una sanzione amministrativa di 100 euro per ogni comunicazione omessa, tardiva o errata, fino a un totale di 50mila euro. Tali sanzioni possono essere oggetto di ravvedimento operoso (come previsto dall’ art. 13 del decreto legislativo 472/97), tuttavia a differenza di altre violazioni prevedono il cumulo giuridico sulle irregolarità ripetute. Vale a dire che più violazioni non si riassumono in un’unica sanzione, ma ciascuna comporta 100 euro di penale (o frazione di questi, in funzione del ravvedimento applicato), appunto fino a 50mila euro.
LE ALTRE IRREGOLARITÀ SANABILI
Oltre alle irregolarità nella trasmissione di dati al sistema Ts, la sanatoria introdotta dalla legge di bilancio 2023 e istituita dall’Agenzia delle entrate con il provvedimento direttoriale registrato al protocollo 0027629 del 30 gennaio 2023, copre anche:
– irregolarità negli acquisti intracomunitari, dichiarazioni intrastat e Vies (sempre riguardo alle comunicazioni obbligatorie e non all’omesso versamento dei tributi);
– omessa compilazione di questionari (ad esempio pec involontariamente ignorate);
– omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca;
– irregolare applicazione delle disposizioni concernenti l’inversione contabile.
Un elenco completo delle fattispecie sanabili si può trovare qui.
COLPO DI SPUGNA DAL 2018 AL 2022
Come accennato, il costo dell’adempimento per sanare le irregolarità è di 200 euro per ogni anno, mentre il periodo delle violazioni sanabili va dal 2018 al 31 ottobre 2022.
Chi volesse sfruttare l’opportunità per i tutti i cinque anni interessanti, dovrebbe quindi pagare 1.000 euro entro il 31 ottobre.
È possibile anche versare in due rate, ciascuna del 50% dell’importo totale, con scadenza 31 ottobre 2023 e 31 marzo 2024.
Si può pagare l’adempimento con uno o più modelli F24, sui quali riportare il codice tributo TF44 e il periodo d’imposta che si intende regolarizzare, ripetuto per i vari anni che si intende sanare.
In ogni modo, prima di aderire è consigliabile rivolgersi al proprio commercialista, per avere maggiori informazioni e per sincerarsi che non abbia già provveduto a disporre il pagamento per conto del cliente, in modo da evitare doppi versamenti.
Antioco Fois