Il mondo delle professioni si è mobilitato nel tentativo di scongiurare la caduta del governo. Per quanto riguarda i camici bianchi, sia la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, sia l’Enpam e l’associazione degli enti previdenziali privati (AdEPP) avevano lanciato appelli pubblici.
Il nome del presidente di Enpam e di Adepp è comparso fra le firme di 250 personalità italiane dell’economia, della cultura e della politica raccolte da II Sole 24 Ore e pubblicate in un’intera pagina del quotidiano il 19 luglio.
La domenica precedente l’associazione delle Casse dei professionisti aveva già reso pubblico un appello che recitava così:
L’ AdEPP, associazione degli Enti di previdenza privati, nel suo ruolo di rappresentanza delle libere professioni italiane, invita il Presidente del Consiglio Mario Draghi a continuare l’opera sinora svolta a favore del supremo interesse nazionale, in nome di quei principi e valori che hanno da sempre caratterizzato la Sua azione di Governo.
Il nostro Paese e l’Europa intera hanno bisogno della Sua guida ferma e competente per affrontare la difficile situazione politica, economica e sociale che stiamo vivendo.
Sono a rischio le attività professionali, le vite delle nostre famiglie e il benessere delle future generazioni.
Il Paese – sconvolto dai problemi finanziari – necessita di stabilità e non certo di elezioni anticipate, che procrastinerebbero qualsiasi ipotesi di riforma.
Di tenore analogo il comunicato della Fnomceo rivolto formalmente al ministro della Salute Roberto Speranza e firmato insieme agli altri Ordini delle professioni sanitarie:
Per la sanità italiana non è il tempo di una crisi di governo al buio.
A nome delle donne e degli uomini delle professioni sanitarie e sociosanitarie rivolgiamo un accorato appello all’unità ed alla responsabilità al Presidente Draghi, al Ministro Speranza, a tutte le forze politiche e sociali, ad ogni singolo rappresentante delle Istituzioni.
Non è il tempo di lasciare solo chi, da oltre due anni, con competenza e dedizione, combatte in prima linea la battaglia, ancora in corso, contro la Covid-19.
Non è il tempo di fermare o rallentare lo sforzo straordinario per rendere più forte e moderno il nostro Servizio sanitario nazionale e per portare avanti riforme ed investimenti attesi da anni, di cui potranno beneficiare le persone che hanno bisogno di assistenza e cura.
Le ragioni dell’unità nazionale, di un sforzo comune del nostro Paese, sono rafforzate dalla guerra e dalle sue drammatiche conseguenze economiche e sociali.