“Abbiamo tutti sperato in un domani migliore. In questi cinque anni molte sono state le evoluzioni. Speriamo assolutamente che il ricordo di tutto quello che è stato fatto e dato per la pandemia sia d’esempio anche per l’immediato futuro”.
È quanto ha dichiarato Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), intervenendo all’evento per la Giornata nazionale del personale sanitario, che si è celebrata ieri.
Leoni ha ricordato e ringraziato anche “tutti coloro che non ce l’hanno fatta – quasi 400 medici, 70 infermieri e 35 farmacisti – e tutti gli operatori, a vario livello, che hanno lavorato in quel periodo, quelli che si sono ammalati nel 2020, che sono guariti e sono tornati a lavorare”.
“Abbiamo vinto quel periodo – ha detto Leoni – grazie alla scienza e a coloro che hanno fatto le prime autopsie, quando era estremamente pericoloso e difficile farlo, e che hanno trovato le basi nella fisiopatologia” da cui si sono sviluppati anche “i vaccini” che ci hanno portato fuori dalla pandemia.
In Italia ogni giorno oltre 3 milioni di professionisti – del comparto sanitario, sociosanitario, assistenziale e socioassistenziale e del volontariato – si dedicano con passione e competenza al benessere della comunità.
È per dar voce e valore a queste azioni che il 20 febbraio è stata proclamata la Giornata Nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale assistenziale, socioassistenziale e del volontariato.
Un appuntamento istituito con la Legge 13 novembre 2020, in onore del personale che nel corso della pandemia da Coronavirus è stato in prima linea e che, quotidianamente, affronta le sfide di un sistema sanitario complesso per garantire il diritto alla salute e la tutela della dignità di ogni persona.