Supercassa. La previdenza dei professionisti, il Cnel e il “Bonus 110” (miliardi). È questo il titolo di un lungo articolo a cui il Corriere della Sera ha dedicato un’intera pagina del dorso L’Economia, lunedì 3 giugno.
“Follow the money”, cioè “segui il denaro”, suggeriscono i giornalisti nel parlare di una proposta di Disegno di legge che il Cnel, il Consiglio nazionale del lavoro, si appresta a varare. Una delle proposte sul tavolo è di creare una Supercassa, derivata dall’accorpamento degli enti dei professionisti attualmente esistenti. Il reale obiettivo, ipotizzano gli autori, sarebbe disporre del patrimonio degli enti.
ESTRATTI DALL’ARTICOLO
di Carlo Cinelli e Isidoro Trovato
Se il progetto andrà avanti, il governo Meloni, alla cronica ricerca, come tutti gli altri che lo hanno preceduto, di risorse libere da vincoli — il bilancio pubblico non ha capienza, ripete da mesi Giancarlo Giorgetti — può finalmente immaginare il suo «Superbonus 110». Non per cento, ma miliardi. E non per distribuire sgravi, ma in modo da avere più vicino un’importante massa di manovra finanziaria alimentata dal risparmio previdenziale degli iscritti alle casse.
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Era stato proprio il presidente della cassa dei medici italiani nonché dell’Associazione che raccoglie tutti gli enti, l’Adepp, ad annunciare qualche giorno prima che il patrimonio del sistema previdenziale privatizzato a fine 2024 toccherà la favolosa cifra di 110 miliardi (erano poco più di 65 dieci anni fa). «A trent’anni dalla privatizzazione — ricorda ora Oliveti — le casse di previdenza da lavoro autonomo sono tutte in salute, hanno pagato regolarmente le pensioni, garantito il welfare e costruito valore. Il nostro sistema è sano e andrebbe guardato come modello: ogni anno dei 12 miliardi di contributi incassati, 7,7 vanno a pagare le prestazioni, il resto viene reinvestito secondo uno schema sano che garantisce tenuta attuariale alle nostre casse».
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Per la verità in ambito governativo corre in parallelo anche un’altra iniziativa. Se concorrente o meno con quella del Cnel si vedrà nei prossimi mesi. Per iniziativa del sottosegretario al Mef Federico Freni, sta per nascere un fondo di fondi partecipato con mezzo miliardo da Cdp (attraverso un ampliamento delle prerogative di Patrimonio Destinato). Investirebbe capitali pazienti nelle pmi quotate. Sarebbe «un unico macro-contenitore per gli investimenti» delle casse, ha detto Freni un mese fa a un forum dei commercialisti (Ansa, 23 aprile).
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