A Traversara (in provincia di Ravenna) i medici hanno dovuto indossare gli stivali per raggiungere il piccolo borgo, dopo che la furia delle acque l’aveva lasciata devastata, come attraversata da uno tsunami. A Lugo, sempre nel Ravennate, l’allarme meteo ha messo in moto una macchina che ha permesso l’evacuazione lampo del locale ospedale. In Toscana la bomba d’acqua si è invece abbattuta tra Donoratico e Castagneto Carducci, a sud di Livorno e a Montecatini Val di Cecina, in provincia di Pisa. Stesso scenario nelle Marche, tra Osimo, Loreto e Falconara.
IN ROMAGNA
Sono le cronache da un Paese sotto lo scacco del rischio idrogeologico, nel quale i medici si trovano ciclicamente nella doppia veste di vittime del maltempo e soccorritori. “Traversara è stato uno dei luoghi più colpiti del Ravennate, dove il fiume d’acqua che l’ha attraversata ha fatto crollare alcuni edifici”, racconta al Giornale della previdenza Daniele Morini, medico di famiglia a Faenza.
“Avevo l’ambulatorio a Traversara, ma è rimasto sommerso da tre metri di fango”, è la testimonianza di Francesco Menchise, medico di famiglia nel borgo ravennate di 700 abitanti. “Mercoledì della scorsa settimana – continua il medico – il fiume Lamone stava già tracimato, ma è nella tarda serata che ha rotto gli argini ed è successo il disastro. Nella via del mio ambulatorio sono crollate tre case”. Nonostante la devastazione portata dall’onda di acqua e fango, il servizio di assistenza medica non è stato interrotto. “Per i primi due giorni, quando non si poteva raggiungere il centro abitato, – spiega Menchise – ho fatto assistenza da remoto. Da sabato pomeriggio la Asl ha installato una clinica mobile con un punto di primo soccorso per il fine settimana e in seguito uno studio di medicina generale, prima in un camper e ora in un container, che utilizzeremo finché non riusciremo a trovare un altro ambulatorio”.
In una provincia memore della devastazione che le piogge avevano inflitto nel maggio dello scorso anno, il 19 settembre scorso è scattato il piano di evacuazione di un intero ospedale. Un’operazione lampo, portata a termine nel giro di un solo giorno.
“L’ordinanza l’abbiamo ricevuta alle 18 ed è immediatamente partita la procedura per l’evacuazione e il ricollocamento di circa 170 pazienti”, spiega Paolo Tarlazzi, direttore della Direzione medica ospedaliera dell’ospedale Umberto I di Lugo.
“Se l’acqua fosse entrata in ospedale – continua il dirigente medico – ci avrebbe messo in grande difficoltà. In quel caso sarebbe stato molto complicato il trasferimento dei pazienti e se fosse mancata anche la corrente elettrica avremmo avuto molti problemi nella gestione clinica dei degenti. Ma la macchina della Romagna, con la rete territoriale del 118 che si è occupata del ricollocamento dei pazienti negli altri presidi territoriali, ha agito in maniera magistrale. A nostra memoria, in Romagna non era mai capitato niente del genere”.
All’allerta meteo che ha innescato la grande paura non è seguita la bomba d’acqua che avrebbe potuto far tracimare il fiume Senio e sommergere il piano interrato della struttura ospedaliera. “L’operazione è stata portata avanti in maniera precisa e ordinata. E già il giorno seguente stavamo ragionando su un piano per il rientro dei pazienti,”, aggiunge Federico Zanzi, direttore della chirurgia generale dell’ospedale di Lugo.
TRA LIVORNO E PISA
In Toscana, le ingenti precipitazioni hanno messo in difficoltà una piccola parte della provincia di Livorno. “Abbiamo avuto segnalazioni dai nostri colleghi soprattutto dalla zona di Bolgheri, più precisamente tra Donoratico e Castagneto Carducci”, racconta Massimo Angeletti, medico di medicina generale di Livorno.
“A Montecatini Val di Cecina, in provincia di Pisa, comune limitrofo a dove lavoro, il torrente Sterza si è ingrossato di sei metri nel giro di venti minuti”, racconta tra paura e tristezza Michele Corsoni, medico di famiglia a Volterra, coordinatore della Aft 10 dell’Alta Val di Cecina. La piena dello stesso torrente ha travolto e portato con sé due turisti tedeschi: un bimbo di 5 mesi e la nonna, che risultano ancora dispersi.
IN PROVINCIA DI ANCONA
Lo stesso scenario si è visto nelle Marche, in provincia di Ancona, dove “diversi colleghi tra Osimo, Loreto e Falconara hanno avuto lo studio allagato”, spiega Paola Lodolini, medico di medicina generale ad Agugliano. “Ad Ancona – continua la dottoressa – l’esondazione del torrente Aspio ha allagato parte della città. Il centro abitato di Agugliano, dove ho l’ambulatorio, è rimasto quasi isolato, circondato dai corsi d’acqua in piena. Con i colleghi, per raggiungere i nostri pazienti, abbiamo dovuto chiamare la protezione civile per sapere quale fosse l’unica strada percorribile, resa agibile per il passaggio delle ambulanze”.
STATO DI CALAMITÀ
Relativamente agli eventi meteorologici del 17 e 18 settembre 2024, il Governo ha proclamato lo stato d’emergenza nel territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, per quanto riguarda l’Emilia Romagna, e nel territorio della fascia costiera della Regione Marche.
Antioco Fois