Sono una specializzanda di 34 anni; mi sono iscritta a Medicina piuttosto tardi (24 anni) come molti altri colleghi. Vi chiedo cortesemente una delucidazione rispetto al motivo per cui la Quota A viene calcolata su base anagrafica e non considerando gli anni dalla laurea, ossia quelli di lavoro effettivi.
E. M.
Gentile Dottoressa,
i contributi di Quota A, obbligatori per tutti i medici e gli odontoiatri, sono calcolati in base all’età per diversi motivi. Il primo è che la pensione di vecchiaia si matura a un’età fissa e quindi è necessario, arrivati a un determinato momento, cominciare a versare contributi adeguati. La preoccupazione di un ente di previdenza obbligatoria, infatti, non può essere solo quella di garantire l’equilibrio e la sostenibilità dei propri conti, ma anche – e soprattutto – che i professionisti iscritti maturino pensioni d’importo adeguato.
Dopodiché, per agevolare un ingresso graduale nella vita professionale degli iscritti, i più giovani possono pagare quote ridotte, perché avranno più tempo per costruire una pensione. La cifra piena, per intenderci quella che parte dai 40 anni, è legata al fatto che la stragrande maggioranza degli iscritti ha a quell’età un reddito ormai consolidato.
Facendo un esempio molto semplice, considerando due medici che vanno in pensione di Quota A a 68 anni. Quello che inizia a versare i contributi di Quota A a 25 anni accumula più contributi e ottiene più pensione di chi inizia a 35. Oltre ad avere un assegno più basso, il trentacinquenne sconterà anche una minore anzianità contributiva (che è un altro parametro che viene preso in considerazione per certe prestazioni previdenziali).
Per ovviare questi problemi ci sono diverse vie come il riscatto di laurea, l’allineamento o l’adesione a un fondo di previdenza complementare.
A proposito di questi argomenti, nella guida per i dipendenti da pagina 32 a pagina 35, che può leggere anche online qui, trova ulteriori informazioni.
Invia una domanda o un commento scrivendo a giornale@enpam.it
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam.