Quella dei ritratti è una delle tecniche della fotografia più affascinanti ed allo stesso tempo impegnative. Si tratta di catturare l’essenza di una persona, di comunicare la sua personalità, emozioni e storia attraverso un’immagine. I ritratti possono essere potenti strumenti di espressione artistica e di comunicazione visiva, in grado di trasmettere messaggi profondi ed emozioni intense.
“La ritrattistica è il genere fotografico più intimo, pone il fotografo a contatto con la persona da ritrarre e se non nasce una complicità lo scatto sarà una foto tessera”. Così ci aveva detto Giorgia Meroni, fotografa specializzata in ritratti e new born, presentando ai nostri lettori il nuovo contest.
Abbiamo chiesto alla professionista di approfondire qualcuno tra i tanti elementi che caratterizzano la fotografia ritrattistica per poter consigliare nel miglior modo chi vuole cimentarsi nei ritratti posati e quelli spontanei.
“La componente chiave della fotografia di ritratto è l’espressione del soggetto” dice Meroni.
“Un buon ritratto – continua la fotografa – non si limita a catturare l’aspetto fisico della persona, ma cerca di raccontarne la storia attraverso lo sguardo, i gesti e le espressioni. Prima della tecnica fotografica, l’abilità del fotografo sarà quella di mettere a proprio agio il soggetto e far emergere la sua autenticità è ciò che rende un ritratto davvero memorabile. Un maestro dei ritratti e non solo, Giovanni Gastel, diceva che il fotografo non è uno specchio ma un filtro”.
Il consiglio è quindi quello di parlare, farsi raccontare, fare in modo di rendere invisibile la presenza del fotografo e dell’attrezzatura.
COMPOSIZIONE E CONTESTO
“Per le foto in studio – prosegue Meroni – bisogna prestare attenzione alla disposizione degli elementi all’interno dell’inquadratura, al fine di creare armonia visiva e guidare lo sguardo dello spettatore verso il punto focale dell’immagine. Inoltre, il contesto in cui viene ambientato il ritratto può contribuire a definire la personalità del soggetto e a comunicare messaggi specifici”.
In studio o in un ambiente chiuso, è decisamente più facile: possiamo far spostare il soggetto nella posizione che più ci piace, usare degli sfondi o pareti adeguate, fare delle prove.
“Se lo fate sedere fate in modo che sia comodo, che abbia le gambe ben ferme a terra, che non debba fare particolare sforzi per mantenere la postura scelta, questo lo aiuterà ad essere spontaneo”.
POSTURA E LUCE
Come per ogni immagine, anche nel ritratto la luce gioca un ruolo fondamentale.
“La luce, ma anche le ombre – dice ancora Meroni – sono il primo aspetto che dobbiamo considerare quando scattiamo una qualsiasi foto, ancora di più nei ritratti. Luci e ombre giocano un ruolo cruciale nel definire le forme, le texture e le emozioni presenti nell’immagine. È essenziale saper utilizzare la luce in modo creativo per enfatizzare i tratti del viso, creare atmosfere suggestive e dare profondità alla foto. Se poi siete attrezzati con illuminatori, flash, pannelli riflettenti, sfondi, molto bene. Altrimenti giocate con la luce che arriva dalle finestre, dalle lampade presenti in casa”.
Un modo per ottenere ritratti spontanei è andare all’esterno mentre il nostro soggetto è impegnato a fare altro.
Spesso ci accorgiamo come i più bei ritratti, quelli che regalano visi espressivi, sono scatti colti di sorpresa, quasi rubati.
“Se volete cimentarvi andate a eventi pubblici, fiere, rievocazioni storiche – consiglia la fotografa – . Sono foto che potete scattare, i figuranti sono soggetti ideali, ma fate sempre attenzione alla composizione. Questa tipologia di ritratti sono certamente i più spontanei ma anche molto impegnativi perché si devono considerare, in anticipo, una infinità di variabili” dice l’esperta.
Da un punto di vista realizzativo “cercate di vedere lo scatto in anticipo – suggerisce Meroni – in modo da essere nella posizione migliore e pronti a scattare nel momento giusto senza farsi cogliere di sorpresa. In alcuni casi può essere utile usare la raffica”.
Riguardo al contesto “individuate prima lo sfondo e quindi dove posizionarvi, gli oggetti che possono aiutarvi a costruire una cornice intorno al soggetto, gli elementi che diventeranno le linee guida per gli occhi di chi guarderà lo scatto”.
Infine, “considerato tutto questo serve anche una dose di fortuna, affinché il nostro modello improvvisato faccia poi effettivamente quanto avevamo ipotizzato”.
MACCHINA E OBIETTIVI
L’ideale per realizzare un buon ritratto è disporre di un obiettivo lungo “un 70-200 o un 24-105. Se siete in esterna un’altra variabile o alleata da considerate è la luce naturale, il sole. Anche in questo caso dovete ipotizzare, prima, dove saranno le ombre e la massima luce per sfruttarle al meglio. Eviterei di scattare nelle ore centrali quando il sole è alto, centrale”.
Un ultimo consiglio per i fotoamatori meno esperti è quello di “scattare in priorità di tempi se il soggetto è ‘molto’ in movimento, oppure, in priorità di diaframma se si vuole determinare con precisione il punto di fuoco”.
Norberto Maccagno
Qui sotto alcuni scatti di Giorgia Meroni in studio ed all’esterno durante eventi pubblici.