Conclusasi la stagione congressuale e dopo il recente sciopero dei medici ospedalieri, il Giornale della Previdenza ha intervistato i segretari dei principali sindacati della categoria per dare voce anche alle richieste dei colleghi convenzionati, liberi professionisti e odontoiatri. Pubblichiamo qui di seguito la prima conversazione – con il segretario nazionale del Sumai, Antonio Magi – di un ciclo che proseguirà nelle prossime settimane.
“Negli ultimi dodici anni abbiamo avuto una gestione della sanità talmente poco lungimirante da creare problemi molto grossi, al punto tale che rischiamo davvero di giocarci il Servizio sanitario nazionale”.
Non usa mezzi termini Antonio Magi – segretario nazionale del Sumai, presidente dell’Ordine dei medici di Roma e consiglieri di amministrazione dell’Enpam – per inquadrare la condizione precaria in cui versa la sanità del nostro Paese.
“Molti colleghi sono demotivati, molti altri se ne vanno all’estero – dice Magi – e la classe politica, di qualsiasi schieramento, sembra incapace di far fronte a questa drammatica situazione”.
Da parte sua il sindacato Sumai ha delle proposte da fare. “Dobbiamo potenziare il territorio, e questo dovrà avvenire con le case di comunità, e l’assistenza domiciliare in maniera particolare – spiega – . Per fare tutto ciò c’è bisogno di professionisti. Ebbene, la sfida che abbiamo in questo momento davanti e proprio quella di fare in modo che i buoni professionisti rimangano nel nostro Servizio sanitario nazionale, e in particolare penso ai giovani e alle donne. A questo proposito – fa notare Magi – la specialistica ambulatoriale è molto appetita dalla componente femminile sempre più maggioranza nel nostro ambito professionale. E questo perché permette di avere orari sicuri e quindi perfettamente conciliabili con gli impegni familiari. Una situazione non paragonabile con l’attività di completa dipendenza oppure con la stessa attività svolta nel privato. Quindi, nel pubblico, la specialistica ambulatoriale può avere un’ampia capacità di attrazione anche per questi motivi”.
Il problema però, secondo il segretario del Sumai, è che oggi il sistema sanitario continua a privilegiare una gestione, potremmo definirla “ospedale-centrica” piuttosto che guardare al territorio.
“Un esempio molto pratico: c’è un problema con l’afflusso di pazienti al pronto soccorso? Benissimo, si potenzia il pronto soccorso. Se ci fosse, invece, una vera programmazione legata al territorio, si potrebbe evitare che le persone si rechino al pronto soccorso. Quindi, ci vorrebbe proprio un’inversione delle attuali modalità di gestione”.
Nonostante queste evidenti inefficienze, le prospettive per la specialistica ambulatoriale restano comunque promettenti. “Le liste d’attesa, sempre più affollate, sono per la maggior parte legate a prestazioni specialistiche – spiega Magi – dunque in un prossimo, se si aumentasse il numero di professionisti sul territorio e se da un regime puramente prestazionale, si passasse a una completa presa in carico del paziente da parte dello specialista, si potrebbero risolvere tanti problemi”.
Un concetto, quello della presa in carico, su cui Magi desidera fare un chiarimento molto importante.
“Quando parlo di presa in carico – precisa – intendo che bisognerebbe mettere a sistema ospedale e territorio. E proprio a questo scopo, le professioni sanitarie dovrebbero iniziare a parlarsi: in particolare, i medici ospedalieri dipendenti dovrebbero comunicare con gli specialisti ambulatoriali e viceversa. E questo perché il lavoro del futuro sarà quello d’equipe, con regole precise rispetto ai propri compiti e alle proprie funzioni”.
A questo proposito, sul ruolo specifico degli specialisti ambulatoriali, Magi non ha dubbi.
“Se la politica lo consentirà, la specialistica ambulatoriale si farà nel pubblico, così come vuole la Costituzione e come vorrebbero tutti i cittadini che la considerano un bene pubblico, altrimenti, inevitabilmente, tanti colleghi andranno a finire nel privato, perché i pazienti avranno sempre e comunque bisogno degli specialisti ambulatoriali” conclude il segretario nazionale del Sumai.
Giuseppe Cordasco