L’essenza della ricerca scientifica può essere colta da un’immagine o racchiusa in poche parole.
È il fil rouge che lega i 150 scatti raccolti nel libro “Percepire il chiaroscuro: una raccolta di immagini narranti sulla ricerca scientifica”, pubblicato per celebrare i 25 anni del Centro di ricerca per lo studio delle malattie parodontali e peri-implantari dell’Università di Ferrara.
Un’opera collettiva promossa dai professori Leonardo Trombelli e Roberto Farina, a cui hanno contribuito ricercatori clinici ed ex-collaboratori, ma anche rettori ed ex-rettori, docenti e ricercatori delle scienze di base e cliniche di atenei italiani e stranieri, che hanno sostenuto a vario titolo lo sviluppo del Centro per un quarto di secolo.
“Abbiamo voluto chiedere a chi ha collaborato con il Centro– spiega Trombelli – non tanto cosa ha fatto, ma perché l’ha fatto. E siccome oggi siamo abituati ai tempi dettati dai social, abbiamo chiesto di farlo come se dovessero raccontarlo in un post: con un breve testo e un’immagine”.
Il volume si presenta come una raccolta polifonica, composta da immagini e brevi testi, in cui ciascun autore ha contribuito con una riflessione personale sulla propria esperienza nel mondo della ricerca.
STIMOLO ALLA RIFLESSIONE
Non è un libro fotografico e lo si capisce sfogliandolo.
“L’obiettivo – prosegue – era fare una sorta di catalogo che stimolasse il lettore a riflettere. La fotografia è la cosa più immediata che ci porta a riflettere, ma non dà mai risposte univoche, deve essere interpretata. Qualcosa che ricorda la serendipità, ovvero la capacità di scoprire e interpretare anche ciò che non si sta cercando, uno dei momenti più alti e fecondi della ricerca scientifica”.
Si tratta di una narrazione intima, che rivela aneddoti e considerazioni, mettendo in luce non solo gli aspetti scientifici, ma anche umani, emozionali e creativi, che caratterizzano la vita di un ricercatore. Una visione multidimensionale della scienza, raccontata da chi la vive ogni giorno.
Come copertina del libro è stata scelta una fotografia in bianco e nero che ritrae gli iceberg del lago Argentino, in Patagonia, che emergono dalla superficie dell’acqua. Perché “la ricerca – dice Trombelli – non si connota mai per dare risposte definitive, ma procede dal nero verso il bianco, attraverso un processo di generazione del sapere che è una lenta definizione di chiaroscuri”.
Ci sono fotografie e racconti personali, immagini di casi clinici, altre più astratte o più concrete, che raccontano luoghi o persone legate al Centro, immagini recuperate dal web scelte per sintetizzare il proprio pensiero oppure scattate dagli stessi ricercatori.
Molti tramonti e nessuna alba. Speriamo sia solo una casuale scelta cromatica e non un simbolo della difficoltà di fare ricerca nel nostro Paese.
TANTI SCATTI
Tanti gli scatti che meriterebbero una citazione: quelli ottenuti al microscopio, che agli occhi dei non addetti ai lavori diventano bellissime opere d’arte (pag 147). Quelli che, pur appartenendo a un contesto diverso, simboleggiano alla perfezione l’essenza della ricerca: come la maglia del Bologna numero 10 di Roberto Baggio, il fantasista, il giocatore che improvvisa e crea, scelta dal professor Giovanni Zucchelli (pag 169); l’unica luce rimasta accesa in un grattacielo buio, proposta dal professor Pasquale Nappi per ricordare le nottate trascorse a “continuare” a “cercare” (pag 101); il ragazzino che usa una bottiglia come cannocchiale, per simboleggiare i diversi punti di vista della ricerca, proposta dalla professoressa Maria Letizia Penolazzi (pag 111); le impronte di passi su una spiaggia intonsa, a simboleggiare una nuova strada da intraprendere, proposta dal professor Maurizio Tonetti; due mani che si passano una rivista scientifica, come un testimone della staffetta, che le professoresse Magda Mensi ed Eleonora Scotti hanno scelto per rappresentare il valore della condivisione (pag 94). Poi ci sono alcuni scatti “professionali”, come quello del professor Massimo Gagliani, odontoiatra ma “fotografo dentro”, che individua nella ricerca del dettaglio il punto di incontro tra la professione del fotografo e quella del ricercatore.
Qui puoi scaricare il libro
Norberto Maccagno