Le donne medico in attività sono di più dei loro colleghi uomini. A fine 2023, la tendenza già in atto da diversi anni, si è definitivamente consolidata facendo segnare statisticamente un sorpasso nella percentuale minimo, ma particolarmente simbolico nel significato.
All’interno dell’intera categoria medica e odontoiatrica, come illustrato dal Bilancio Sociale 2024 dell’Enpam appena pubblicato, il rapporto era di 50,1 femmine per 49,9 maschi (dato rilevato al 31 dicembre 2023).
Un vantaggio a favore delle donne destinato inevitabilmente a crescere ulteriormente nei prossimi anni se si considera che tra i nuovi iscritti alla Quota A, cioè tutti i nuovi camici bianchi che si sono affacciati alla professione medica e odontoiatrica nel 2023, ben il 59 per cento è donna a fronte del 41 per cento di maschi.
DIFFERENZE PER ATTIVITÀ
Si confermano, tuttavia, importanti differenze a seconda del tipo di attività. In generale quella meno “femminilizzata” è la specialistica esterna (31 le donne 69 gli uomini). La libera professione medica, quella che versa i propri contributi alla cosiddetta Quota B, è tuttora appannaggio degli uomini (62 per cento contro il 38 delle donne) specie nella componente odontoiatrica.
Nel settore del lavoro in convenzionamento con il Servizio sanitario nazionale invece, nella specialistica ambulatoriale, la prevalenza femminile è ormai consolidata (55 per cento donne e 45 per cento uomini), mentre nell’ambito della medicina generale, per intenderci quella dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, il sorpasso non è ancora avvenuto, ma è ormai dietro l’angolo, con i maschi ancora al 51 per cento e la componente femminile in forte ascesa al 49 per cento.
Proprio il tema della femminilizzazione della professione medica è stato quest’anno al centro del Bilancio Sociale dell’Enpam, che per l’occasione si presenta con una non casuale copertina rosa.