di Clizia Nicolella
Dove andiamo, quando la vita ci lascia?
La morte non cancella ciò che siamo stati. E ciò che abbiamo fatto.
C’è ancora un domani per noi nella memoria di chi resta e ha attraversato il nostro cammino terreno, finché il ricordo non si consuma.
È questa un’opera prima postuma. L’Autrice è mancata a 54 anni, l’anno scorso. Eppure, colma la sua assenza anche qui in questo libro, tutte le volte che viene aperto da (infiniti) lettori.
Clizia Nicolella è stata medico ospedaliera, orgogliosa di esercitare nella Sanità pubblica per lungo tempo nella sua Genova, a Villa Scassi, sceneggiatrice teatrale e cinematografica, nonché inviata speciale della trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2.
Quattordici sono i primi – chissà se ce ne saranno altri? – racconti affidati da Orlando Baudo, il figlio oggi ventunenne di Clizia, a Massimo Costantini, medico, che con questo volume ha inaugurato la sua casa editrice nell’antico quartiere genovese della Maddalena.
Il titolo del libro ”Io sono cucina” è una storia di permanenza di vita immateriale nella cornice materiale di una casa. La proprietaria lì è rimasta. Anche dopo. Nella cucina. Dissolta in ogni utensile usato, nei sapori, nel profumo del pesto appena fatto, nell’odore buono e indelebile della vita.
Si susseguono altre godibilissime storie malinconiche o esilaranti, attraverso una scrittura limpida e penetrante.
Mosè è un vecchio cane che soffre di epilessia. Viene rapito e poi riportato ai suoi padroni. Racconta la sua vicenda in prima persona.
Altrettanto fa un neonato che sta per venire al mondo. Nessuno lo aspettava. Neanche la mamma.
Un anziano professore cade dal quarto piano. Suicidio? La prostituta che staziona da sempre sotto l’edicola votiva dove è stata rubata la Madonna, scioglierà l’enigma.
Introduzioni di Orlando Baudo e Silvia Neonato.
Genova, 2023, pp. 142, euro 12