La terza via da percorrere entro fine anno per ridurre il proprio imponibile fiscale è quella della sanità integrativa. Uno dei vantaggi per i liberi professionisti – come per i riscatti e la previdenza complementare – è infatti quello di pagare meno tasse.
SANITÀ INTEGRATIVA
Un’altra strada per assottigliare la base imponibile è quella della sanità integrativa di SaluteMia. Sono già aperte le iscrizioni e i rinnovi per i piani sanitari 2023.
Lo “scudo” sanitario dedicato a medici, odontoiatri e ai loro famigliari protegge anche il reddito.
Chi sceglie uno o più tra i piani di SaluteMia, per sé o per i propri familiari, può beneficiare di una detrazione annuale del 19 per cento dei costi, fino a un tetto di circa 1.300 euro. Il costo dell’adesione a questa forma di sanità integrativa, grazie alla gestione di una Società di mutuo soccorso, è assimilato ai contributi associativi che per legge possono essere sottratti alle imposte da pagare.
I medici e gli odontoiatri possono sottoscrivere un piano sanitario. La copertura può essere estesa al nucleo familiare. Per aderire non sono previsti limiti di età anche per coniugi e conviventi.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito di SaluteMia.
SOLO PER CHI PAGA L’IRPEF
Ovvio, ma è comunque bene precisarlo, la possibilità in termini di deducibilità e detraibilità valgono per quei medici o dentisti che pagano l’Irpef. Per chi invece è soggetto all’imposta sostitutiva perché ha una partita iva con il regime forfettario, la legge non prevede detrazioni e restringe il campo delle spese che possono essere portate in deduzione.
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