Cosa si aspettano i pazienti dalla telemedicina e dall’innovazione digitale? Secondo il primo rapporto annuale Janssen-Censis, la risposta è compartecipare alla cura della propria salute.
Il 66,9 per cento dei cittadini già si informa autonomamente su sintomi e patologie, e il 41,6 per cento dialoga attivamente con i medici, facendo domande ed esponendo dubbi e punti di vista. Ma gli italiani hanno anche le idee chiare su cosa sia necessario per migliorare la sanità. E cioè: maggiore personalizzazione delle cure, con percorsi, terapie, assistenza, farmaci modulati sulle esigenze personali di ciascuna persona. Un orizzonte in cui l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del sistema sanitario possono giocare un ruolo fondamentale.
PRIORITÀ TELEMEDICINA
Sono le stesse associazioni dei pazienti a indicare l’uso della telemedicina come una delle otto priorità di un servizio sanitario rinnovato. A seguire, la dematerializzazione delle ricette per farmaci e presidi terapeutici, la distribuzione di farmaci e dei presidi a domicilio, una burocrazia più semplice, il sostegno psicologico, il coinvolgimento attivo del paziente nei processi di pianificazione delle cure, una reale assistenza domiciliare, la creazione di reti di patologia. Maggiori approfondimenti sulle aspettative dei pazienti riguardo telemedicina e digitalizzazione sono disponibili in questo articolo sul sito di Tech2doc.
LA SANITÀ DEL PNRR
Tra i desideri dei pazienti per una migliore sanità del futuro, figura una più efficiente assistenza domiciliare. Sul punto, dal 24 maggio sono state rese disponibili le nuove direttive del Pnrr, in anticipo rispetto alla scadenza fissata per il 30 giugno 2022. Le linee guida organizzative – che si inseriscono negli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – definiscono un modello di riferimento per l’attuazione dei diversi servizi di telemedicina domiciliare.
In questa riorganizzazione dell’assistenza territoriale, tra gli elementi fondamentali ci sono la Casa della comunità (Cdc), che consente di contare sulla presenza medica h24 o h12 e di altri professionisti sanitari a seconda delle necessità, il medico di medicina generale, che funge da responsabile clinico, la Centrale operativa territoriale (Cot), che coordina la presa in carico della persona e l’infermiere di famiglia o di comunità (Ifoc) che facilita e monitora i percorsi di presa in carico, utilizzando anche strumenti digitali e di telemedicina. Altri punti comprendono l’Unità di continuità assistenziale (Uca) e la rete di cure palliative in cui è inserito. Qui per saperne di più.
Claudia Torrisi