L’Enpam annuncia di aver aumentato la propria partecipazione nella compagine azionaria di Banca d’Italia, passando dal precedente 3 per cento all’attuale 4,93 per cento.
L’operazione è stata possibile in seguito all’approvazione di un emendamento dell’ultima Legge di bilancio, che ha consentito l’innalzamento del tetto massimo di partecipazione nell’Istituto di Palazzo Koch fino al 5 per cento.
Un provvedimento che, tra l’altro, ha spinto altre Casse di previdenza private ad acquisire quote di Bankitalia.
“Come presidente di Adepp, l’Associazione che riunisce le Casse di previdenza private – ha dichiarato Alberto Oliveti, che guida anche l’Enpam – sono contento innanzitutto che si sia aperto il ventaglio della partecipazione delle Casse che, dalle iniziali tre sono ora 11 nel capitale sociale di Banca d’Italia. Inoltre, alcune di esse hanno anche utilizzato la possibilità, offerta dagli ultimi provvedimenti di legge, di salire nella percentuale di partecipazione nell’Istituto di Via Nazionale. Si tratta di uno scenario che avevamo discusso già a suo tempo insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, quando era direttore generale a Palazzo Koch. Credo che la scelta convinta da parte delle Casse di previdenza private – ha aggiunto Oliveti – sia un segnale al mercato economico e finanziario nazionale, che va nel senso del sostegno al sistema bancario e del riconoscimento dell’autorità di vigilanza di Bankitalia”.
Sono 11 le Casse previdenziali private aderenti all’Adepp che detengono quote di Banca d’Italia per un totale del 25,33 per cento del capitale. Con questa percentuale le Casse previdenziali private rappresentano il secondo gruppo di investitori prima delle Fondazioni, che si fermano all’8,45 per cento, e dopo le Banche, che insieme possiedono il 47, 72 per cento.