Immaginate che basti un braccialetto indossato per monitorare lo stato di salute di un familiare fragile, un padre anziano, una nonna che vive da sola, e dare l’allarme se qualcosa non va. Un’opzione che si è trasformata in esigenza in questo periodo di pandemia, che ci ha abituati a rapporti meno ravvicinati e visite dal medico meno frequenti.
Negli ultimi mesi si stanno sviluppando diverse soluzioni basate sull’Intelligenza artificiale in grado di raccogliere grandi quantità di dati analizzati poi da algoritmi per controllare quotidianamente gli anziani e intervenire in caso di anomalie: cadute, mobilità ridotta, infezioni del tratto urinario, disidratazione.
é uno dei tanti temi approfonditi da Tech2Doc, la piattaforma formativa di Fondazione Enpam costruita insieme ai maggiori esperti di innovazione e Digital Health per informare e dare la possibilità di sperimentare, in prima persona, le frontiere più avanzate dell’innovazione e delle nuove tecnologie applicate alla Salute.
UN BRACCIALETTO-ANGELO CUSTODE
Vediamo qualche esempio.
CarePredict utilizza un dispositivo indossabile (wearable) chiamato Tempo basato su un sistema di apprendimento automatico e algoritmi cinematici avanzati per individuare i modelli di attività quotidiane abituali di ogni persona. Quando c’è una deviazione dalla “normalità”, il sistema avverte rispetto a potenziali problemi.
Seremy, invece, è un bracciale smart di nuova generazione, per controllare il livello di benessere generale, la posizione Gps, la qualità del sonno, la regolarità del battito cardiaco, la quantità di attività fisica dei propri cari per prevenire e ridurre i rischi. Si segue da remoto tramite un’app.
L’uso dell’intelligenza artificiale in questi ambiti è una novità, e non è esente da critiche o perplessità (in questo articolo, che fa il punto della situazione su intelligenza artificiale e medicina, è possibile approfondire il tema).
STETOSCOPIO INTELLIGENTE
Ma l’intelligenza artificiale può essere utile anche in fase di diagnosi vera e propria.
Ad esempio, con uno stetoscopio che grazie alla tecnologia bluetooth, riconosce autonomamente i suoni polmonari ed è capace di rilevare l’insorgenza di malattie.
Si chiama Lungpass, è stato elaborato da Healthy Networks, e ha la forma di un dischetto: si appoggia al petto e il software confronta le registrazioni acquisite con quelle all’interno del database.
In pochi secondi il responso viene inviato all’app dedicata, fornendo anche istruzioni precise sulla possibile terapia da applicare. In questo modo si riducono i tempi (e i ricoveri), si garantisce un monitoraggio continuo incidendo anche sul rischio di errore umano.
Ulteriori informazioni su Lungpass sono disponibili qui.
LA TERAPIA LA RICORDA L’APP
Oltre a supporto alla diagnosi e teleconsulto, comunque, l’ambito principale su cui si sta sviluppando la tecnologia è quello che riguarda il monitoraggio della terapia: sistemi informatici basati su app o su distributori di farmaci, che aiutano l’anziano a ricordarsi di assumere la terapia in maniera corretta.
Altri aspetti interessanti riguardano le soluzioni in tema di educazione e informazione a stili di vita corretti e sostenibili. Sono tecnologie di facile consultazione, per venire incontro alle difficoltà che statisticamente i pazienti anziani hanno nell’utilizzare apparecchi come smartphone o pc.
Ma c’è anche l’orizzonte promettente della robotica legata all’assistenza ai soggetti più fragili, filone che sta prendendo due direzioni: robot in grado di aiutare gli anziani con demenza o disturbi del comportamento, o soluzioni per la mobilizzazione in sicurezza dei pazienti.
Nel video “Tecnologia per migliorare la medicina dell’invecchiamento”, Marco Domenicali, professore associato di Medicina interna all’Università di Bologna fa luce sugli sviluppi tecnologici in questo ambito, portando anche esempi di sperimentazioni sul campo e riflettendo sul ruolo del medico in questa evoluzione.
Claudia Torrisi