Un’impresa straordinaria. Nel 1967 a Città del Capo, in Sud Africa, il chirurgo Christiaan Barnard entra nella storia della Medicina sostituendo per la prima volta un cuore umano malato con un cuore sano.
L’impatto mediatico globale fu strabiliante, al pari, due anni dopo, dello sbarco sulla luna.
Da allora, il numero dei trapianti cardiaci si è moltiplicato. Insieme alle speranze di chi un cuore lo attende. L’anno scorso in Italia sono stati realizzati ben 370 trapianti nei reparti di cardiochirurgia.
Ma un cuore che transita in tre persone supera ogni immaginazione.
Le cronache sanitarie e la letteratura medica riportano solo una manciata di trapianti cardiaci in un secondo ricevente.
Un caso emblematico è raccontato qui da Maria Frigerio, cardiologa e trapiantologa all’ospedale Niguarda di Milano dal 1978 e da vent’anni direttore, nello stesso nosocomio, del centro Angelo De Gasperis.
Alberto Frigerio, fratello dell’Autrice, fisico acclamato in tutto il mondo, a 41 anni viene colpito da un ictus senza scampo. Il suo cuore viene trapiantato prima in uno sventurato ragazzo – stroncato da un’emorragia cerebrale pochi giorni dopo il ricevimento – e oggi batte in un giovane più fortunato.
Di trapianti, Maria Frigerio ne ha eseguiti tanti e in queste pagine, dense di umanità, racconta le storie dei suoi pazienti, salvi grazie al cuore di un donatore (che ha perso la vita).
E ci ricorda che “per quanto possiamo impegnarci nel perseguire l’equità, è il caso che prevale nel decidere i nostri destini”.