L’Enpam ha presentato gli sviluppi del progetto Case di comunità spoke alla Società italiana di medicina generale (Simg) nel corso di un incontro avvenuto ieri al Ministero della salute.
“Ferma restando la natura individuale della relazione fiduciaria col paziente, l’aggregazione tra medici porta a un maggiore appagamento professionale per i camici bianchi e a un’assistenza qualitativamente elevata per i cittadini”, ha detto il presidente dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri, Alberto Oliveti, spiegando i dettagli dell’iniziativa.
Concretamente, l’Enpam ha affidato a un fondo immobiliare il compito di realizzare in tutto il territorio nazionale degli studi professionali idonei per il lavoro in team, dotati di un’interconnessione efficiente (per la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico e le applicazioni dell’intelligenza artificiale) e di tecnologie specifiche per l’assistenza primaria.
Le Case di comunità “spoke”, autogestite dai medici di famiglia e dai pediatri convenzionati con il Ssn, mirano a posizionarsi come vero ed effettivo collegamento di prossimità tra la casa del cittadino, intesa come il primo luogo di cura, e le Case di Comunità finanziate con i fondi del Pnrr.
Il fondo immobiliare che realizzerà le case “spoke” le affiderà ai medici interessati in affitto o in leasing.