Non può esserci buona previdenza, se non c’è buon lavoro. È stato questo il tema che ha fatto da filo conduttore alla terza edizione degli Stati generali dell’Adepp, l’Associazione che riunisce gli enti di previdenza privati.
E non a caso, il titolo dell’appuntamento, che si è svolto a Roma il 9 maggio di fronte a una nutrita platea, è stato proprio: “Cultura della transizione: le libere professioni per il Paese”.
I saluti istituzionali, per parte del governo, sono stati portati dalla ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, che ha tenuto a sottolineare la propria appartenenza al mondo dei professionisti. Così come ha fatto il Sottosegretario del ministero dell’Economia e delle finanze Federico Freni, intervenuto parlando soprattutto di investimenti.
Al centro del dibattito, che si è sviluppato attraverso diversi interventi e due tavole rotonde, c’è stata la trasformazione con cui il mondo delle professioni dovrà fare i conti nei prossimi anni. Il fattore demografico, con sempre meno nascite, da un lato, e il pensionamento di una fetta sempre più ampia di professionisti attualmente attivi, dall’altro, fa guardare con preoccupazione a quel naturale ricambio generazionale, che in molti ambiti professionali, primo fra tutti quello medico e sanitario, stenta purtroppo a decollare.
La sfida del futuro, è stato detto da più parti durante il convegno, è quella di immaginare un futuro delle professioni che riesca a conciliare il lavoro dei giovani con una adeguata rendita pensionistica per chi invece ha chiuso il proprio ciclo attivo. “Oggi le Casse – ha affermato nel suo intervento Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp nonché dell’Enpam – accompagnano il professionista lungo tutto il suo ciclo lavorativo.
Non siamo più solo quelli che pagano le pensioni, ma il nostro ruolo di Enti previdenziali si è evoluto sempre più verso quello di sostegno fattivo lungo tutto il percorso lavorativo dei nostri iscritti. A questo proposito – ha aggiunto Oliveti – basta vedere tutti i provvedimenti introdotti dalle varie Casse a favore della genitorialità e dell’assistenza sanitaria”.
Secondo il rapporto Adepp del 2023 gli enti aderenti all’Adepp hanno incassato, nell’anno precedente, 12 miliardi di contributi e hanno erogato prestazioni per 7,7 miliardi.
Alla prima tavola rotonda, moderata dalla giornalista e conduttrice del Tg1 Barbara Carfagna, hanno preso parte Stefano Buono, chief executive officer Newcleo Futarable Energy, Manfredi Catella, fondatore e ceo di Coima Sgr ed Ersilia Vaudo Scarpetta, chief diversity officer dell’Agenzia spaziale europea.
La seconda tavola rotonda invece, sempre condotta da Carfagna, ha visto la presenza di Pietro Labriola, amministratore delegato e direttore generale di Tim, Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm, Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti e Roberto Nisticò, presidente dell’Aifa.
Tra gli interventi, da sottolineare quelli che hanno avuto al centro le competenze tecnico-scientifiche fondamentali per intraprendere, tra le altre, le carriere di medici e odontoiatri. In questo senso, emblematico il riferimento che Pietro Labriola ha fatto ad esempio a proposito della telemedicina. Oppure, in tema di femminilizzazione del lavoro, i richiami, fatti nel corso dell’intervento di Ersilia Vaudo Scarpetta, a una corretta formazione matematica, e di conseguenza tecnico-scientifica, fin dalla scuola primaria. Materie fondamentali se si vogliono aumentare i laureati nei settori Stem, .
Nel corso dei lavori, è stato anche ribadito il ruolo centrale che le Casse di previdenza possono giocare nel Sistema Paese, soprattutto alla luce dei solidi numeri che caratterizzano la loro attività. Il patrimonio complessivo si attesta infatti intorno ai 104 miliardi di euro che potrebbero diventare 110, con gli aggiornamenti agli ultimi bilanci.
Di queste risorse, un buon 50 per cento viene investito in Italia, una quota che sale fino al 75 per cento se si considera l’intera Europa. Senza dimenticare il cospicuo contributo garantito alla fiscalità pubblica, con 650 milioni di imposte versati all’erario.
Giuseppe Cordasco