LA DITTATURA DEL DENARO. CONTRO LE MENZOGNE DELL’ECONOMIA di Vittorino Andreoli
Il denaro è un mezzo e (non) un fine.
Da decine e decine di secoli è utilizzato per favorire il commercio, le attività umane e l’organizzazione stessa della società.
Vittorino Andreoli ci racconta l’impatto dell’economia – dall’imprenditoria alla finanza – sulla nostra vita.
Il denaro – che dell’economia è l’anima – permette la sopravvivenza, ma anche il “potere”, insito nella parola “profitto” che è la modalità per ottenerlo. Spesso a discapito dell’etica umana.
Se avulso dalla sua dimensione di strumento, il denaro – spiega in queste pagine lo psichiatra, membro della New York Academy of Sciences – genera lotta, confusione, egocentrismi e maniacalità.
E può produrre veri e propri disturbi di dipendenza quando da mezzo diventa fine ultimo, condizionando il comportamento delle singole persone (e della comunità).
Appare evidente la necessità di ritornare ad un’economia dal volto umano i cui fondamenti sono l’educazione e il lavoro: una “psicoeconomia” del bene, anzi del “bendessere”, di cui Andreoli è ideatore e promotore.
Ciò considerato, il minimalismo perseguito oggi dalle nuove generazioni – sostiene l’Autore – compreso suo nipote, come si legge in un capitolo del libro dedicato all’argomento, se non è un modello da proporre, rappresenta un passo verso un’esistenza libera dalla dittatura del denaro.
Solferino, Milano, 2024, pp. 222, euro 16,50