Chissà quanti colleghi si saranno domandati quale fosse il simbolo dei medici chirurghi in Italia e nel resto del mondo.
Nelle farmacie avranno visto esposta l’immagine del caduceo, un bastone alato con due serpenti, mentre altrove avranno notato un simbolo con un solo bastone ed un solo serpente. Si possono trovare altri simboli analoghi, con o senza bastone, con o senza serpenti.
IL BASTONE DI ASCLEPIO
Ma qual è il vero simbolo dei medici? La pratica di associare idee, valori, realtà a un’immagine è antichissima e rappresenta una formidabile strategia di ottimizzazione della comunicazione. Il simbolo dei
medici chirurghi di tutto il mondo è rappresentato dal bastone di Asclepio, una semplice asta a cui si avvolge un unico serpente.
Ritroviamo tale logo nella bandiera dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sovrapposto allo stemma dell’Onu, di cui è un’agenzia. Lo ritroviamo
inoltre nel simbolo internazionale dei soccorritori, rappresentato dalla ‘Stella della vita’, che vediamo affissa sulle ambulanze (ad eccezione di quelle della Croce rossa) e dove ogni braccio rappresenta un’azione che i soccorritori devono svolgere. In Italia tale simbolo lo ritroviamo nel logo dell’Enpam e di svariati Omceo (particolare è quello dell’Ordine di Torino in cui un serpente si arrotola intorno alla Mole Antonelliana).
NATO DAL PRIMO CESAREO
La figura di Asclepio è collocata nel 1200 a.C. La mitologia su di lui è molto intricata, con svariate versioni relative alla sua nascita, alla vita, ai suoi figli.
La più ricorrente vuole che Apollo (dio del Sole, potente guaritore e – come tutti gli dei – capace di infliggere terribili punizioni agli uomini), venne a sapere del tradimento della sua amante, la baccante
Coronide. La uccise (o la fece uccidere da sua sorella, la dea Artemide) e con un successivo ripensamento volle salvare il figlio della loro relazione, estraendolo dal grembo della baccante. Se ci si pensa,
si tratta di una descrizione mitologica del primo parto cesareo.
Il neonato venne dunque chiamato Asclepio (askelos = sempre; epios = mitigatore), e fu affidato al centauro Chirone, a cui Apollo stesso aveva insegnato l’arte della medicina. A sua volta Chirone – il
cui nome deriva da cheira = mani, da cui il termine chirurgia – tramandò la conoscenza medica al giovane apprendista, che grazie alle sue capacità riusciva a guarire molte persone, addirittura resuscitandone
alcune. Nella mitologia ogni eccesso viene punito e Asclepio non sfuggì a questa logica. Le sue guarigioni attirarono le antipatie di Ade (Plutone), divinità dell’aldilà, che si trovò privato delle anime dei
pazienti salvati. In preda all’ira, il dio rivolse a Zeus le sue lamentele e il signore dell’Olimpo decise di punire la superbia del guaritore, colpendolo con un fulmine e uccidendolo.
DAL MITO ALLE STELLE
Zeus poi rivide la sua decisione e rese Asclepio dio della Medicina, dandogli un posto nella costellazione del Serpentario, detta anche Ofiuco.
Il culto della divinizzazione di Asclepio si diffuse nell’antica Grecia solo dopo il V secolo a.C. Secondo il mito, Asclepio ebbe molti discepoli, a partire dai propri figli. L’Iliade parla di due figli maschi, i miti successivi di cinque figlie femmine. Tra queste, Igea, che rappresenta la salute e l’igiene, e Panacea, guaritrice di ogni male con le erbe.
I discepoli formarono una casta, con il compito di insegnare la medicina e Ippocrate sarebbe stato il diciassettesimo discendente di Asclepio.
SERPENTI E SOGNI “DIAGNOSTICI”
I cultori di Asclepio consideravano sacri i serpenti.
La mitologia vuole che un serpente si sia avvinghiato al bastone del guaritore per porgergli l’erba che gli permise di resuscitare il primo uomo. La figura del serpente rappresenta vari significati simbolici:
la muta della pelle rimanda alla rinascita, alla vita che si rinnova, il veleno era considerato portatore di morte o medicamento.
Nei templi dedicati ad Asclepio vi erano allevamenti di serpenti e i suoi discepoli praticavano l’incubatio (da cui derivò il termine incubo). Ai pazienti, dopo un lungo rituale di digiuno, pulizia e preghiere
venivano somministrate droghe che favorivano il sonno e stimolavano i sogni. Durante la fase di sopore venivano eseguite cure e interventi chirurgici oppure si lasciava che il dio apparisse in sogno al malato e gli indicasse come guarire. Il sogno veniva poi interpretato dai discepoli di Asclepio, che mettevano in atto le cure.
IL TEMPIO A ROMA
I romani latinizzarono il nome greco in Esculapio e intorno al 293 a.C., per propiziare la fine di una pestilenza che colpì Roma decisero di edificare un tempio dedicato alla divinità. Una delegazione
venne inviata presso il santuario di Epidauro (sulla sponda meridionale del golfo di Saronico, in Grecia) e un serpente uscito dal tempio strisciò fino alla nave romana. Nel viaggio di ritorno, risalendo
il Tevere la delegazione rivide l’animale lasciare l’imbarcazione alla volta dell’Isola tiberina. Il segno fu interpretato come un’indicazione sul punto in cui costruire il luogo di culto.
Sui resti del tempio di Asclepio si erge oggi la basilica di San Bartolomeo, ma nel lato sud si può ancora notare un bassorilievo che raffigura il bastone di Esculapio.
La simbologia del bastone cinto dal serpente si può ritrovare anche nell’Antico testamento. Nel libro dei Numeri, infatti, Mosè utilizza come strumento di guarigione proprio un serpente in rame posto su
un’asta.
Ad oggi la maggiore critica rivolta al bastone di Asclepio è che sia un simbolo troppo semplice, rispetto ad esempio al caduceo. Si può replicare con il fascino del mito che lo caratterizza e con i significati
simbolici che lo contraddistinguono. Un sibilo antichissimo, ma attuale e versatile, al punto da essere stato incluso nelle emoji, le celebri “faccine” presenti sulle piattaforme di messaggistica.
Ringraziamo per il contributo di ricerca e di testo Matteo Chiappa, corsista in medicina generale
e Angelo Rumore, medico di famiglia convenzionato con la Asl città di Torino
Bibliografia: Luciano Sterpellone,La medicina Greca Ediz. Essebiemme https://www.treccani.it/enciclopedia/asclepio/ La Sacra Bibbia Libro dei Numeri (Nm) 21:9