Sono un medico chirurgo dell’Ospedale di Bergamo.
Scrivo a voi, per condividere un’idea che mi è venuta per risolvere un triplice problema:
1) la carenza di medici nei PS, urgentisti e medici di base
2) le borse destinate a queste scuole di specializzazione vanno per lo più disertate (il 50% dei contratti d’emergenza urgenza non è stato assegnato)
3) i numerosi studenti che vorrebbero entrare in medicina ogni anno (72.450 per 14.579 posti)
Per risolvere questi problemi la mia idea sarebbe quella di creare posti ad hoc per studenti di Medicina destinati, fin dal principio, a queste specializzazioni ormai carenti. Fin dal primo anno di medicina verranno programmati tirocini nei pronto soccorso e avranno diritto alla scuola di specializzazione senza test di ingresso. Questa soluzione potrebbe sopperire alla carenza di medici nei posti più sensibili, come i ps, inoltre aiuterebbe molto giovani desiderosi di fare i medici a garantirgli un futuro.
Vanessa La Vela
Gentile Dottoressa,
il tema della carenza di medici, specie in alcuni particolari settori, è di particolare attualità.
Rispetto a quanto propone è evidente che alcuni aspetti andrebbero valutati attentamente. Uno di questi, per esempio, è il fatto che la laurea in medicina abilita all’esercizio della professione medica nella sua globalità. Sarebbe quindi forse complesso imporre una carriera sulla base di una scelta fatta appena dopo le scuole superiori. L’altro aspetto, invece, toccherebbe il tema delle inclinazioni personali, che spesso prendono forma nel corso degli studi e in molti casi cambiano per fattori che possono anche essere personali (gestione dello stress, conciliazione famiglia/lavoro ecc.).
Di certo l’università ha un ruolo nell’orientare gli studenti, così come un ruolo fondamentale ce l’ha anche il giusto riconoscimento economico.
Il dibattito è aperto.
N.B. Le risposte sono curate dalla redazione del Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri e non riflettono necessariamente il punto di vista dell’editore Fondazione Enpam