I medici di famiglia e i pediatri potranno aggregarsi per dare vita a Case di comunità spoke gestite in autonomia e prese in affitto o in leasing con il sostegno di Enpam. Queste case nasceranno predisposte per ospitare altri specialisti e professionisti sanitari, il personale e gli infermieri di studio.
L’iniziativa è stata anticipata nel corso della convention nazionale della Simg, la società italiana di medicina generale e delle cure primarie, che si è tenuta a Riccione.
Rispetto alle Case di comunità centralizzate “hub” previste dal Pnrr, le Case di comunità “spoke” si caratterizzeranno per una maggiore capillarità e un’effettiva vicinanza sul territorio. Inoltre non saranno di proprietà pubblica ma frutto dell’iniziativa dei liberi professionisti convenzionati con il Ssn.
Concretamente i team dei medici interessati potranno individuare l’immobile da destinare a Casa di comunità spoke; i locali verranno quindi acquistati, ristrutturati e attrezzati da un fondo immobiliare e quindi dato in affitto o in leasing agli stessi medici che ci lavoreranno.
I medici si potranno organizzare nel modo che preferiscono, ad esempio formando una cooperativa o una società tra professionisti con altra forma giuridica.
Non necessariamente bisognerà partire da zero: si potranno utilizzare anche coop o società esistenti e/o convertire studi professionali già funzionanti.
Nel caso di leasing – che si differenzia dall’affitto perché alla fine permette ai medici di diventare proprietari – è prevista la possibilità di farsi aiutare dal Fondo di garanzia per i liberi professionisti, promosso dallo Stato e co-finanziato da Enpam.
Dal punto di vista professionale l’obiettivo è quello di contribuire a passare da un modello con al centro l’ospedale a un’integrazione progressiva territorio-ospedale, partendo dalla casa come primo luogo di cura.
Gli studi professionali organizzati in Case di comunità “spoke” saranno naturalmente connessi con le Case di comunità “hub”.
La fase operativa del progetto non è ancora partita ma i medici interessati possono scrivere alla redazione del Giornale della Previdenza (giornale@enpam.it) per aggiornamenti.