Alla fine del 2021, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontavano, a valori di mercato, a 107,9 miliardi di euro, in aumento di 7,2 miliardi rispetto all’anno precedente (7,1 per cento). Dal 2011 al 2021 tali attività sono cresciute complessivamente di 52,2 miliardi di euro, pari al 93,7 per cento.
È quanto emerge dalla Relazione annuale sull’attività svolta dalla Covip, Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione.
Circa il 75 per cento dell’attivo totale del settore è di pertinenza delle cinque casse di previdenza più grandi. A Enpam fa capo il 25,6 per cento del totale, seguono Cassa forense con il 16,7, Inarcassa con il 13,1, Cassa dottori commercialisti con il 10,9 ed Enasarco con l’8,3.
Inoltre, le prime tre casse raggruppano il 55,4 per cento dell’attivo totale del settore.
IN COSA INVESTONO LE CASSE
Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm) detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 39,5 miliardi di euro (corrispondenti al 36,6 per cento del totale).
La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano a 20 miliardi di euro (18,3 per cento del totale).
Nel quinquennio 2017-2021 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 4,5 punti percentuali.
Gli investimenti nell’economia italiana (titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 40 miliardi di euro, pari al 34,3 per cento delle attività totali di cui la componente immobiliare ammonta a 18,6 miliardi.
CRESCONO GLI ISCRITTI
A fine 2022, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è di 9,2 milioni, in crescita del 5,4 per cento rispetto all’anno precedente, per un tasso di copertura del 36,2 per cento sul totale delle forze di lavoro. I fondi negoziali contano 3,7 milioni di iscritti, quasi 1,8 milioni sono gli iscritti ai fondi aperti e 3,5 milioni ai pip ‘nuovi’; circa 650.000 sono gli iscritti ai fondi preesistenti.
RESISTENZA A COVID E GUERRA
Dopo un biennio nel quale, a seguito della pandemia, l’economia mondiale aveva già attraversato situazioni di grande difficoltà, nell’anno 2022 le condizioni di criticità dello scenario globale si sono di nuovo acuite, con l’invasione russa dell’Ucraina, l’aggravarsi delle tensioni geopolitiche, l’impatto sugli approvvigionamenti energetici e sulle catene del valore e conseguentemente sui prezzi dei beni e servizi.
Per evitare un ulteriore inasprimento delle spinte inflazionistiche le banche centrali hanno proceduto a ripetuti rialzi dei tassi di riferimento, concludendo la lunga fase di politiche monetarie accomodanti.
Ne hanno risentito i mercati finanziari le cui condizioni sono rimaste tese per tutto il 2022: i corsi dei titoli azionari hanno subìto pesanti ribassi così come quelli dei titoli obbligazionari per effetto del rialzo dei tassi di interesse nominali.
In questo scenario, il sistema italiano della previdenza complementare ha complessivamente mostrato una sostanziale resistenza. Le adesioni e le contribuzioni sono cresciute come negli anni precedenti e, pur considerando le perdite del 2022, i rendimenti, valutati in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e facendo riferimento alle medie generali relative a tutti i comparti, rimangono in media positivi, e sostanzialmente in linea con i tassi di rivalutazione del tfr.
(ADNKRONOS)