Dopo un difficile 2022, con i mercati finanziari in caduta libera, il 2023 è iniziato con dati decisamente più incoraggianti. Il rallentamento dell’inflazione, il miglioramento della situazione energetica in Europa, e numeri sulla crescita migliori di quanto si temesse, sono stati tra i fattori che hanno permesso, se non proprio un rimbalzo, quantomeno una ripresa generalizzata delle quotazioni. Una circostanza che, comprensibilmente, ha avuto riflessi positivi anche sui rendimenti dei fondi pensione complementari. Questi ultimi, grazie alle politiche di investimento adottate, sono riusciti a contenere gli effetti negativi del 2022, e a prendere subito il treno della ripresa non appena il barometro della finanza internazionale è tornato a far segnare bel tempo.
UN SISTEMA SOLIDO
A confermare in maniera del tutto ufficiale questa tendenza è stata recentemente la Covip, l’organo di vigilanza degli stessi fondi pensione. Intervenendo in un dibattito pubblico, Lucia Anselmi, direttore generale della Covip appunto, ha assicurato che il sistema dei fondi pensione “è solido e ha una grande capacità di reazione”. Con la pandemia e la guerra si temevano ripercussioni sul sistema dettate da emotività, ma questo non è accaduto, perché, come ha spiegato sempre la Anselmi, “il sistema ha una grande capacità di reazione e svolge in modo appropriato la propria funzione: nonostante i rendimenti negativi del 2022, se guardiamo i rendimenti decennali o ventennali, questi si confermano infatti positivi”. E questo perché non bisogna mai dimenticare che gli investimenti previdenziali sono di lungo periodo.
IL CASO FONDOSANITÀ
E in questo senso un caso esemplare è quello di FondoSanità, il fondo pensione complementare chiuso per i medici e gli odontoiatri e le altre professioni sanitarie. Anche questo fondo, e non poteva essere altrimenti, ha risentito della débacle finanziaria del 2022, ma se si vanno a guardare i numeri sul lungo periodo, quello che ha più importanza per chi decide di affidare i propri risparmi a un fondo pensione, si vede allora che i conti tornano e in maniera anche molto significativa in alcuni casi. Negli ultimi dieci anni i valori delle quote dei tre comparti che offre il fondo complementare dei camici bianchi, sono sempre cresciuti, e in alcuni casi con performance di straordinario rilievo.
DIECI ANNI DA INCORNICIARE
Emblematico in questo senso l’andamento del Comparto Espansione di FondoSanità, quello che si connota per una maggiore esposizione azionaria e dunque più soggetto alle oscillazioni dei mercati. In questo caso il valore della quota è passato da 9,741 di fine marzo 2013, a 16,648 di fine aprile 2023 (ultimo dato aggiornato) con un incremento poco inferiore al 71 per cento.
Discorso molto simile, seppure con dati leggermente meno eclatanti, per il comparto Progressione, quello con una struttura di portafoglio bilanciata, il cui dato assoluto di riferimento del rendimento è passato da 12,825 di fine marzo 2013, a 16,964 di fine aprile 2023 con un aumento, comunque, consistente di più del 32 per cento.
Meno appariscente, ma meritorio di una segnalazione, infine, il comportamento del Comparto Scudo, che comunque già per sua stessa natura è orientato verso attività a basso rischio. In questo caso il valore delle quote è passato da 15,006 di fine marzo 2013 a 15,453 di fine aprile 2023 facendo segnare un aumento di quasi il 3 per cento.
VANTAGGI SOPRATTUTTO PER I GIOVANI
Anche per FondoSanità poi, come già accennato a proposito degli altri fondi, il 2023 è cominciato nel migliore dei modi, con tutti e tre i comparti che a marzo hanno fatto segnare valori delle quote in aumento rispetto a quelle con cui si era chiuso il 2022, l’annus horribilis. Un segnale evidente di ripresa che deve essere da stimolo per ricordare a tutti, e soprattutto ai giovani camici bianchi, quanto possa essere lungimirante cominciare fin da subito a investire parte dei propri risparmi in un fondo complementare.
E questo perché sono proprio i più giovani che possono avere i maggiori vantaggi dalla previdenza integrativa, proprio per quanto ricordato sopra a proposito degli investimenti di lungo periodo.
È dimostrato storicamente, infatti, che investendo in obbligazioni e azioni in un arco di tempo medio-lungo i risultati sono positivi e che gli investimenti azionari sono quelli che rendono maggiormente.
Il tutto senza dimenticare gli innegabili vantaggi fiscali che si possono ottenere affidando i propri risparmi a un fondo pensione: i contributi versati sono infatti oneri deducibili per un importo fino 5.164,57 euro
Giuseppe Cordasco